Il prezzo dell'Oro continua a salire per il terzo giorno consecutivo, anche se non c'è ancora un trend rialzista deciso.
Il prezzo dell’Oro sta registrando alcuni guadagni modesti, consolidando la sua ripresa dal minimo mensile toccato la scorsa settimana. Il metallo giallo ha continuato a guadagnare terreno grazie ai rischi geopolitici derivanti dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina, nonché dalle crescenti tensioni in Medio Oriente e le preoccupazioni per una potenziale guerra commerciale. Questi fattori hanno contribuito a mantenere l’interesse per il metallo giallo come bene rifugio, a supporto della sua domanda. Tuttavia, la continua forza del dollaro americano ha limitato il potenziale di rialzo, rendendo difficile una spinta sostenibile al rialzo per l’Oro.
Sebbene l’Oro benefici dei flussi di capitale da investitori che cercano beni rifugio, l’andamento positivo dei mercati azionari e il tono generalmente favorevole al rischio, unitamente all’approccio più aggressivo della Federal Reserve, hanno messo un freno al rialzo del prezzo dell’Oro. I recenti aumenti dei rendimenti obbligazionari USA hanno spinto gli investitori a favorire asset che offrono rendimenti, in quanto l’Oro, essendo un bene non produttivo, rimane meno attraente in un contesto di tassi d’interesse più alti.
Un altro aspetto importante è che, sebbene ci sia una forte domanda di Oro come bene rifugio, il rialzo sembra limitato senza un notevole flusso di acquisti. I trader attendono i dati economici in arrivo, tra cui l’indice di fiducia dei consumatori, che potrebbe dare una spinta ulteriore al prezzo dell’Oro. Per il momento, il metallo giallo sta facendo i conti con il calo delle vendite in seguito all’indebolimento del dollaro americano, che ha ceduto il passo rispetto al massimo di due anni dopo la pubblicazione dell’Indice dei Prezzi delle Spese per Consumi Personali (indice PCE) negli Stati Uniti, segnalando segnali di moderazione dell’inflazione.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro quota 2.626 $, in rialzo dello 0,02% ed in pieno tentativo di invertire la tendenza dopo la brusca discesa dell’ultima settimana. Detto ciò, un vero e proprio rialzo verrebbe considerato solamente da una netta chiusura sopra i 2.630 $, che permetterebbe ai tori di puntare verso la zona di resistenza fondamentale tra i 2.700/2.720 $.
Viceversa, una chiusura sotto i 2.610 $ (in territorio negativo ovviamente) potrebbe suggerire che le ultime due sessioni siano state solo una pausa degli orsi, i quali punteranno a raggiungere e superare il supporto dei 2.590 $, il cui superamento aprirebbe le porte al raggiungimento dell’area di swing LONG dei 2.560 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.