Il prezzo dell'oro sta registrando una modesta ripresa, allontanandosi dal minimo di quasi due mesi toccato martedì.
Il prezzo dell’Oro sta mostrando un moderato rimbalzo nella sessione di mercoledì, interrompendo una serie di tre giorni consecutivi di calo e recuperando leggermente dal recente minimo dei 2.589,16 $, toccato martedì. Questa ripresa, sebbene modesta, viene sostenuta dalla debolezza generale dei mercati azionari, spingendo gli investitori verso asset rifugio come appunto il metallo giallo. Tuttavia, il rialzo rimane limitato, in quanto il dollaro americano continua a mantenere un trend rialzista, sostenuto da rendimenti obbligazionari in aumento e da una politica espansionistica proposta dal presidente eletto Donald Trump.
La prospettiva di stimoli fiscali e politiche di Trump orientate alla crescita e all’inflazione mantiene il dollaro USA ben supportato, con il dollaro americano che resta vicino ai massimi di maggio. Gli investitori sono ora in attesa dei dati sull’inflazione al consumo (IPC) degli Stati Uniti, che potrebbero dare ulteriori indicazioni sul percorso dei tassi di interesse della Federal Reserve e influenzare direttamente la direzione del prezzo dell’Oro.
La vittoria elettorale di Trump ha rafforzato il sentiment positivo intorno al dollaro USA e ha esercitato una certa pressione sul metallo giallo. Le sue proposte includono tariffe protezionistiche sulle importazioni e agevolazioni fiscali per le aziende, fattori che potrebbero stimolare la domanda interna e aumentare l’inflazione. Queste misure potrebbero limitare la capacità della Federal Reserve di continuare a tagliare i tassi d’interesse in modo aggressivo, elemento che ha contribuito a sostenere i rendimenti obbligazionari USA e ad attrarre flussi verso il dollaro americano, sfidando di conseguenza la crescita del metallo giallo.
Dal punto di vista macroeconomico, gli investitori sono in attesa dei dati IPC di ottobre, attesi con un aumento dello 0,2% mensile e del 2,6% su base annua, rispetto al 2,4% registrato il mese precedente. Se l’inflazione risultasse superiore alle previsioni, potrebbe aumentare la probabilità di una FED meno accomodante, pesando ulteriormente sul metallo giallo.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro quota 2.608,81 $, in rialzo dello 0,35% ed in pieno tentativo di inversione di tendenza (breve termine) sfruttando il rimbalzo dal livello chiave dei 2.600 $; tuttavia, per il momento i tori restano in disparte poiché per un definitivo allungo rialzista attendono una chiusura sopra i 2.620 $, con il livello chiave dei 2.700 $ a rappresentare il target LONG principale.
Al ribasso, una chiusura sotto i 2.600 $ darebbe il via definitivo ad un ulteriore movimento SHORT, con gli orsi che aumenteranno le loro posizioni al fine di raggiungere dapprima il supporto dei 2.560 $ e successivamente ritornare al livello annuale dei 2.493,29 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.