Ulteriori rischi al ribasso sull'azionario hanno portato i prezzi del metallo prezioso a volare sopra i 1300 dollari per oncia; la BoE nega a Maduro un prelievo di 1,2 mld di dollari in oro
A pochi minuti dall’apertura di Wall Street l’oro viaggia in leggero rialzo rispetto alla chiusura di Venerdì con il dollaro americano che si è stabilizzato a 95,6 punti contro le 6 principali valute mondiali; il metallo giallo ha tenuto bene i 1.300 dollari, anche grazie al fatto che gli investitori hanno adottato un approccio prudente in attesa di sviluppi sul fronte commerciale USA-Cina e sulla politica della Federal Reserve.
Nel weekend è anche arrivata la notizia che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ceduto alle richieste del governo, cedendo sul tema dell’immigrazione e rinunciando ai 5,7 miliardi di dollari per il muro di confine con il Messico, una mossa che dopo 35 giorni di shutdown (il più lungo nella storia degli States) ha portato un po’ di sollievo ai mercati. Da questo ne consegue che anche l’oro ha limitato i guadagni quest’oggi, anche a causa di questo nuovo stimolo di esposizione al rischio.
Sul fronte Venezuela la Banca d’Inghilterra ha bloccato la richiesta del governo del presidente venezuelano Nicolas Maduro di ritirare 1,2 miliardi di dollari in lingotti d’oro. La notizia viene riportata dall’agenzia Bloomberg. L’oro posseduto presso la Bank of England rappresenta una parte cospicua degli 8 miliardi di dollari di riserve all’estero dalla banca centrale del Venezuela.La mossa della Banca d’Inghilterra è arrivata dopo che la diplomazia di Washington ha esortato il governo britannico a tagliare l’accesso di Maduro ai beni del suo Paese, ha detto il rapporto.
L’oro si aggira intorno alla tanto discussa resistenza psicologica da $ 1.300 dalla quale si potrebbe scatenare ulteriore nervosismo tra gli investitori, ha detto l’analista di Capital Economics Ross Strachan.
Gli investitori si preparano per una settimana intensa con il culmine dei colloqui commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina previsto per i giorni 30 e 31 gennaio. È atteso anche l’incontro del Federal Open Market Committee tra il 29 gennaio e il 30 gennaio, dove si presume che il presidente Jerome Powell riconosca ampiamente i crescenti rischi per l’economia degli Stati Uniti, poiché lo slancio globale si sta indebolendo.
L’oro spot, in perdita dello 0,2 percento a $ 1,300,92 l’oncia alle 12:00 ora italiana, è ora salito a $ 1,304,42 dollari, il massimo dal 14 giugno 2018. Il metallo ha rotto il muro dei 1,300 nell’ultima sessione di mercato, ma è ancora presto per parlare di reale rottura.
“Un certo numero di investitori vedono ora un momento opportuno per entrare prima del prossimo strappo al rialzo, probabilmente, dato lo stato dell’economia globale … continuiamo ad aspettarci che i prezzi salgano verso $ 1.350”, ha detto Strachan, “Capital Economics” a Reuters.
L’oro rischia di sfondare a $ 1,311 poiché ha eliminato la resistenza a $ 1,299, ha detto l’analista Reuters Wang Tao. Il palladio è scivolato dello 0,6 percento a $ 1,351,88 l’oncia. I prezzi hanno toccato il massimo storico di $ 1,434.50 il 17 gennaio.
L’argento è sceso dello 0,4 percento a $ 15,68 l’oncia, mentre il platino ha perso lo 0,4 percento a $ 810.
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.