Il cambio euro dollaro rimane vulnerabile a causa dell'incertezza su una possibile guerra commerciale tra l'Eurozona e gli Stati Uniti.
Il prezzo dell’euro dollaro continua a registrare perdite, toccando un nuovo minimo annuale a 1,0593 durante la sessione europea di mercoledì. Questo declino riflette il clima di cautela tra gli investitori in attesa dei dati sull’inflazione statunitense (IPC) di ottobre, che saranno pubblicati oggi pomeriggio alle 14.30. Le aspettative per i dati IPC su base annua indicano un’accelerazione al 2,6% dal 2,4% di settembre, mentre l’inflazione Core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è prevista al 3,3%.
I dati IPC saranno fondamentali per modellare le aspettative del mercato sulle prossime mosse della Federal Reserve, dove attualmente gli investitori prevedono un possibile taglio dei tassi d’interesse della Banca Centrale di 25 punti base (0,25%) a dicembre, ma la probabilità di questo scenario è scesa al 62,4% dal 70% di una settimana prima. I mercati stanno infatti valutando l’impatto delle politiche economiche proposte dal presidente eletto Donald Trump, che puntano a stimolare l’economia attraverso tariffe sulle importazioni e tagli fiscali alle aziende.
La debolezza dell’euro dollaro deriva da molteplici fattori, tra cui le crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti e l’instabilità politica in Germania. Il presidente Trump, durante la sua campagna elettorale, ha minacciato l’Eurozona con una potenziale guerra commerciale, sostenendo che “l’Europa pagherà un prezzo elevato” per non aver importato abbastanza prodotti americani. Questo scenario preoccupa i leader europei, e il membro del Consiglio direttivo della BCE, Olli Rehn, ha recentemente dichiarato che “l’Europa non deve farsi trovare impreparata” a un possibile conflitto commerciale.
Anche la crisi politica in Germania sta contribuendo ad indebolire l’euro dollaro. Il recente licenziamento del ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, da parte del cancelliere Scholz ha portato all’instabilità della coalizione tripartitica al governo. Ora Scholz dovrà affrontare un voto di fiducia il 18 dicembre, e sono previste elezioni anticipate il 23 febbraio, creando ulteriore incertezza per la principale economia europea e ovviamente sul fiber.
Al momento della scrittura il prezzo del fiber quota 1,0630, in rialzo dello 0,06% e con un palese tentativo da parte dei tori di capitalizzare il rimbalzo dal livello chiave 1,0600. I rialzisti dovranno comunque affrontare il duro scoglio (nonché target LONG di brevissimo termine) rappresentato dal livello annuale 1,0643, il cui superamento rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per i rialzisti, i quali metteranno nel mirino 1,0700 e il livello annuale 1,0764.
D’altro canto, una chiusura sotto 1,0600 segnerebbe la fine dei giochi per i tori, i quali vedranno gli orsi dell’euro dollaro raggiungere probabilmente il livello annuale 1,0556, zona dei minimi di novembre 2023.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.