La Manovra economica 2020 e la guida ai fondi per gli investimenti che sono stati previsti. Per investitori e per imprenditori che vogliono saperne di più sulle opportunità di business.
Come ogni anno la legge di bilancio getta le basi per la gestione del sistema economico italiano dell’anno successivo, ma stabilisce anche misure per una progettualità pluriennale (così almeno si spera). Questa guida vuole focalizzarsi sui fondi per gli investimenti disponibili nella manovra economica 2020 e presentare quindi tutte quelle opportunità disponibili per gli investitori e gli imprenditori.
Dal Green new deal italiano, ai crediti d’imposta per le imprese, ecco una guida agile e veloce per orientarsi negli investimenti disponibili nella manovra economica 2020.
L’Italia ha il suo Green new deal, con una dotazione da appena 4,24 miliardi di euro per il periodo 2020-2023. 150 milioni di euro, almeno, saranno investiti per ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Una piccola sovvenzione per consentire alle aziende di riconvertirsi, per ridurre i consumi energetici e quindi decarbonizzare. Bisognerà seguire l’evoluzione e leggersi i bandi di finanziamento per comprendere dove verranno effettivamente smistati questi investimenti.
Da sottolineare che nei prossimi anni arriveranno anche i fondi europei che saranno messi a disposizione dall’annunciato Piano europeo per l’ambiente, che dovrebbe avere una dotazione da 100 miliardi di euro – spalmati su più anni – per i 27 membri Ue.
In tale direzione vanno anche i Sustainability green bond del gruppo Intesa Sanpaolo, i cui fondi saranno utilizzati per investire in aziende italiane che vorranno decabonizzare o creare tecnologie innovative a impronta zero.
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Arrivano maggiori fondi al Servizio sanitario nazionale che per le aziende del settore si convertiranno in maggiori vendite di apparecchiature sanitarie per medici di base. Il Governo intende infatti ridurre l’affollamento delle liste di attesa delle strutture pubbliche, dotando i medici di base di nuove strumentazioni ambulatoriali. Per questa misura ci sono 235 milioni di euro.
Ma nel complesso i fondi disponibili sono 2 miliardi, che serviranno anche a rinnovare l’edilizia sanitaria.
Più fondi anche per i disabili, il Fondo per le persone non autosufficienti avrà una dotazione pari a 59 milioni di euro.
La manovra economica 2020 prevede anche 9,1 miliardi di euro di investimenti territoriali da spalmare in un ampio arco temporale: 2021 – 2034. Tali fondi saranno a disposizione dei territori locali. I comuni, ad esempio, riceveranno contributi economici per finanziare progetti di rigenerazione urbana. In particolare tali fondi saranno destinati a ridurre i fenomeni di marginalizzazione sociale, al degrado sociale, a ripristinare il decoro urbano dei paesini, ma anche quello ambientale.
La legge di bilancio 2020 prevede anche il Programma nazionale per la qualità dell’abitare con una dotazione di 853 milioni di euro dal 2020 al 2033.
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Enti locali e Autonomie, città e provincie metropolitane, avranno a disposizione 8,8 miliardi di euro (non più 4,4 miliardi di euro) per migliorare le infrastrutture e le opere pubbliche e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, ripartiti negli anni 2020 – 2034.
Tra le opere finanziabili strade, ponti e viadotti, rete viaria, scuole.
Un miliardo di euro andrà per le Olimpiadi invernali del 2026 e un altro finanziamento è previsto per la Ryder Cup.
La manovra economica 2020 prevede anche vari crediti d’imposta per gli investimenti in formazione, acquisto di apparecchiature e digitalizzazione, vediamo quali sono le dotazioni specifiche disponibili, voce per voce.
Credito d’imposta al 6%. Per l’acquisto di beni strumentali ‘semplici’, ovvero il superammortamento, sono disponibili 3,2 miliardi di euro sotto forma di agevolazioni. Il fondo coprirà gli investimenti fatti tra il 2020 e il 2021.
Credito d’imposta al 40% e 20%. Richiedibile per beni strumentali ‘Industria 4.0’, sostituisce l’iperammortamento e sarà usato come agevolazione per 7,2 miliardi di euro di investimenti. Lo Stato ci metterà di tasca propria 2,5 miliardi di euro per finanziare il passaggio delle aziende alla Quarta rivoluzione industriale.
Credito d’imposta al 15%. Le aziende che vorranno acquistare beni immateriali ‘4.0’, possono contare su un credito d’imposta specifico, e costerà allo stato italiano circa 543,9 milioni di euro.
Per quanto riguarda i crediti d’imposta previsti per la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione e il design, questa è la tabella delle detrazioni prevista:
Questi crediti d’imposta di nuova concezione costeranno alle casse dello Stato 681,3 milioni di euro, ma in tre anni.
Qui il credito d’imposta per ricerca e sviluppo è stato ridotto rispetto alla precedente dotazione da 974,1 milioni di euro per il solo 2021.
150 milioni di euro sono disponibili per il credito d’imposta per la formazione 4.0 e sarà rinnovato per un solo anno.
Per quanto riguarda i beni strumentali dell’Industria 4.0, oltre alle fabbriche dove si producono beni, anche il settore dell’agricoltura potrà beneficiarne con l’acquisto di strumenti di controllo a distanza, mezzi agricoli connessi.
La formazione all’Industria 4.0 è cruciale. In questo caso piccole imprese potranno utilizzare il credito d’imposta per compensare docenti e professionisti che effettueranno corsi di formazione in azienda.
Confermata la legge Nuova Sabatini per l’accesso al credito agevolato per l’acquisto di beni strumentali. La dotazione è di 540 milioni di euro e vi possono accedere anche piccole e micro imprese. Il 25% del Fondo è riservato alle micro e PMI che acquisteranno macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica a impronta zero o quasi.
Quelle qui presentate sono tutte le agevolazioni e gli investimenti previsti dalla manovra economica 2020 alle imprese e alle Pubbliche amministrazioni.
Tra esse l’investitore e/o l’imprenditore dovrà seguire nel dettaglio quella di suo interesse per carpire le opportunità più interessanti per il suo settore e il suo business.
Va comunque tenuto conto che quando si parla di dotazioni per più anni, tali misure vanno purtroppo prese con le dovute cautele. Purtroppo l’Italia continua a praticare la cattiva prassi del cancellare con un semplice comma inserito in una nuova legge di bilancio, quanto aveva scritto nell’anno precedente o negli anni precedenti. Lo ha fatto ad esempio per la dotazione del credito d’imposta per l’innovazione.
Non si riesce proprio a comprendere che tali pratiche scoraggiano gli investimenti, dal momento che le imprese hanno bisogno di pianificare il piano industriale su più anni e hanno quindi bisogno di conoscere con certezza su quali fondi possono contare, oppure no.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.