Trovato l'accordo, per ora informale, tra Italia e UE sulla manovra economica 2019. Quali prospettive si aprono adesso per l'Italia? Davvero è un successo quanto è appena accaduto?
C’è finalmente l’accordo, seppur tecnico e non formale, sulla manovra economica 2019. A comunicarlo il ministero dell’Economia che in questi mesi ha lavorato a stretto contatto con i tecnici della Commissione UE. Ci sarebbe anche l’avallo informale dei commissari Pierre Moscovici e di Valdis Dombrovskis. Proprio Moscovici ieri aveva manifestato l’intenzione di non arrivare a una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
L’uscita anticipata del ministro dell’economia Giovanni Tria non è piaciuta al premier Conte, il quale avrebbe preferito attendere il sì ufficiale da parte della Commissione UE previsto tra oggi e domani.
Ma l’intesa sembra esserci, seppure è chiaro che una forzatura c’è stata. Una fuga in avanti di Tria per includere nella legge di bilancio misure indigeste al M5S e alla Lega, quali l’abbassamento della stima del Pil all’1% nel 2019 e l’aumento dell’IVA nel biennio 2020 – 2021.
Adesso la parola spetta al Parlamento italiano che deve trasformare la manovra economica 2019 da fogli di carta in legge. Le opposizioni sono esasperate dai continui rinvii dei lavori per l’approvazione di un testo definitivo, che nei fatti, ancora non c’è.
La legge di bilancio, dopo il sì ufficiale di Bruxelles, passerà al Parlamento e quindi riprenderà l’iter di approvazione iniziato alla Camera dei Deputati e arenatosi al Senato.
Alle opposizioni non è assolutamente piaciuto questo “asservimento” della manovra finanziaria alle richieste dell’UE, prima ancora che fosse letta e dibattuta dal Parlamento italiano.
E anche vero che approvare una legge di bilancio contro le regole UE, che l’Italia ha sottoscritto, avrebbe portato il Paese in una situazione spiacevole e, probabilmente, di maggiore sudditanza.
Ai mercati finanziari bastano le parole del ministro Giovanni Tria per essere euforici. Questa mattina l’indice principale di Piazza Affari, il FTSE MIB, guadagna l’1,06% dopo un avvio in mattinata al +1,7%.
Lo spread BTP Italia/Bund a 10 anni scende ancora attestandosi al momento a quota 258 punti base, ma alle 9.00 aveva toccato i 252 punti base, il minimo da settembre 2018.
Mentre alla Borsa di Milano basta poco per festeggiare, bisogna essere consapevoli che l’accordo viene raggiunto a caro prezzo e sotto molteplici aspetti.
Al netto delle lacune ancora oggi presenti su quali misure rientreranno e non, nella legge di bilancio, arriveranno i tempi in cui bisognerà passare dalle carte ai fatti.
Il Governo dovrà riformare i centri per l’impiego in tre mesi, perché entro marzo siano pronti a fare ciò che hanno sempre fatto male: offrire opportunità di lavoro.
La riforma pensionistica a quota 100 invierà nel 2019 molte italiane e italiani in pensione. Nel pubblico impiego si prevedono migliaia di fuoriuscite tra gli insegnanti e i medici. Questa legge di bilancio, però, non prevede fondi per le assunzioni, se non nel settore della sicurezza, ammesso che “le pieghe di bilancio” lo consentano.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.