Come previsto, la lettera di risposta di Giovanni Tria alla Commissione Europea difende le scelte del Governo, definite difficili ma necessarie. In previsione dell'imminente bocciatura da parte di Bruxelles, lo spread torna a salire dopo i buoni risultati di ieri e le borse europee partono in ribasso.
Il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato una lettera di risposta alla Commissione Europea, dopo gli appunti rivolti al Documento Programmatico di Bilancio inviato dal Governo nel corso della settimana scorsa.
La lettera, di cui è già disponibile la versione integrale, inizia riprendendo le tre principali questioni sollevate dall’Unione Europea.
In primo luogo, si fa riferimento alla deviazione del saldo strutturale rispetto a quanto prescritto dal Patto di Stabilità e Crescita. In secondo luogo, si sottolinea la necessità di una revisione del Rapporto ai sensi dell’articolo 126 del TFUE riguardante la riduzione del debito pubblico e, per finire, si fa accenno alla mancata validazione delle previsioni macroeconomiche da parte dell’Ufficio parlamentare di Bilancio.
Per quanto concerne quest’ultimo punto, si ricorda infatti che l’Ufficio di Bilancio ha reputato le prospettive macroeconomiche del governo eccessivamente ottimistiche, affiancando così il suo giudizio a quello dei principali esperti internazionali, come gli analisti di Barclays e Moody’s.
Nel rispondere alla prima questione, relativa alla deviazione intrapresa dal saldo strutturale nel DPB, Giovanni Tria difende, come previsto, le decisioni macroeconomiche del Governo italiano, “cosciente d’aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilità e Crescita”.
Viene questa definita come una decisione difficile, ma necessaria, dettata dall’esigenza di recuperare i livelli di PIL pre-crisi. Il Ministro dell’Economia fa però notare che la Nota di Aggiornamento e la relazione al Parlamento puntano a chiarire che tale gap nel deficit strutturale è previsto per il 2019, poiché il Governo non intende espandere ulteriormente il disavanzo nel biennio successivo. La riduzione del saldo strutturale, stando alla lettera di Tria, potrebbe quindi iniziare a partire dal 2022, o ancor prima, qualora il PIL riuscisse a raggiungere il livello pre-crisi.
Per quanto concerne invece la regola di riduzione del debito pubblico, disciplinata dall’articolo 126 (3) del TFUE, la risposta del Ministro segue quella del punto precedente, concentrandosi maggiormente sulle “condizioni macroeconomiche e sociali attuali particolarmente insoddisfacenti a un decennio dall’inizio della crisi”.
Le misure a favore della crescita che verranno introdotte con la prossima legge di bilancio, continua la lettera, comprendono infatti il rilancio degli investimenti pubblici, grazie a maggiori risorse finanziarie e a importanti semplificazioni normative.
La questione relativa alla mancata validazione da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, di cui molto si era discusso negli scorsi giorni, viene affrontata molto velocemente, ricordando che la legislazione italiana prevede che, in caso di non validazione del quadro macroeconomico da parte dell’UPB, il governo debba adeguarsi o confermare le proprie previsioni spiegandone le ragioni. In Parlamento, quindi, il Governo ha spiegato i motivi per la conferma delle previsioni della Nota, rispettando di fatto la legislazione.
Si ricorda che le previsioni a legislazione vigente sono però state validate dall’UPB: il dissenso riguarda l’impatto della manovra di bilancio sulla crescita. L’UPB aveva sollevato due elementi cruciali, vale a dire gli investimenti pubblici e i rendimenti sui titoli pubblici.
Con specifico riferimento a questi due aspetti, Giovanni Tria prevede che gli investimenti pubblici aumentino dello 0,2% nel 2019 e dello 0,3% all’anno a partire dal 2020.
Si ritiene invece che i rendimenti sui titoli pubblici siano stati considerati lievemente più elevati rispetto allo scenario tendenziale “per tenere conto degli sviluppi di mercato che sono nel frattempo intervenuti”.
Per finire, la lettera all’Unione Europea si sofferma su una riflessione del Ministro dell’Economia.
Il dibattito sulla legge di bilancio, sostiene Giovanni Tria, non si è concentrato sulle riforme strutturali e sull’impatto delle stesse sulla percezione e sui comportamenti di cittadini, imprese e investitori, limitandosi invece all’analisi dei numeri e degli indicatori presentati.
La semplificazione dei procedimenti amministrativi, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la riforma del diritto contrattuale potrebbero, quindi, cogliere l’interesse di nuovi investitori, oltre ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Come affermato anche dal premier Giuseppe Conte, per il Governo non vi è quindi nessun motivo di cambiare la manovra economica.
Si attende adesso la valutazione dell’Unione Europea, che sfocerà molto probabilmente in una bocciatura, come già previsto da Matteo Salvini.
In attesa della decisione di Bruxelles, lo spread Btp/Bund è aumentato nuovamente a 309 punti base, dopo le buone performances di ieri, mentre le principali borse europee sono partite in ribasso.
Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.