Che conseguenze sui metalli dal calo dell'energia? Argento e Rame puntano ad una primavera rialzista.
I comparti delle commodities legati all’energia, petrolio e gas, sono stati protagonisti di intensi arretramenti nel corso delle ultime settimane, con svalutazioni di prezzo che hanno raggiunto la doppia cifra percentuale. Dobbiamo chiederci in che misura questo possa aver impattato sui costi di produzione di tutte le altre materie prime e, a valle, come questo stia influendo sui prezzi quotati.
Riteniamo utile rivolgere oggi un breve sguardo di insieme al comparto dei metalli, analizzando in particolare Argento e Rame.
Per quanto riguarda i prezzi dell’argento, scambiato in dollari al Comex, possiamo ricavare dal grafico storico del contratto future il dato tecnico essenziale per il mese di febbraio. Si tratta del test, avvenuto da poco, di una zona di supporto di medio-lungo termine passante per la linea dei 21.30.
Tale livello aveva già costituito un importante punto di riferimento tecnico a partire da settembre 2021. Da allora, era stato sede (quasi perfettamente) di due minimi ed un massimo mensile. Si tratta del confine su cui si stanno piazzando adesso la maggior parte dei compratori, che confidano in un ulteriore aumento dei prezzi durante il 2023.
Per il momento non sono stati identificati chiari segnali tecnici di ripartenza del rialzo, per cui consideriamo ancora attiva la fase di correzione che si sta muovendo dai massimi di gennaio a 24.775. Su grafici di brevissimo periodo, però, possiamo constatare la formazione di nuovi supporti a 21.630/21.660 e 21.300/21.350. Poggiando su questi, il mercato è in grado di tentare un primo recupero fino a 22.170 e 22.300, livelli di resistenza attualmente più vicini. Per quanto riguarda uno scenario più ampio, riteniamo che si sia innescato un movimento di accumulazione sopra quota 21.000, destinato a sfociare in un rialzo fino ai 23.100.
Anche per i prezzi del futures sul rame, che viene scambiato in dollari al Comex, ritorna utile uno sguardo al grafico storico a candele mensili. A partire da aprile 2021, il mercato in quattro occasioni ha effettuato un test ravvicinato di quota 393/398, che attualmente costituisce la linea principale di supporto di medio termine.
Fra novembre e dicembre dell’anno scorso, tale sbarramento tecnico aveva impedito il passo alla ripartenza del rialzo, ma la diga era stata infine sfondata a gennaio da un movimento rialzista in accelerazione, che aveva visto il rame partire da 3.70 e salire fino a 4.35.
Durante questa prima parte di febbraio abbiamo già assistito ad un pullback tecnico, con minimi toccati a 397.85, di nuovo in avvicinamento al supporto. E, di nuovo, è partito un recupero. Su grafici a scansione temporale più stretta si sono formati i supporti a quota 4.1435/4.1480 e quota 4.1070/4.1140.
Questi livelli costituiranno punti di reazione in caso di arretramenti, in particolare entro la fine della settimana in corso. Le proiezioni sono rialziste e forniscono un primo obiettivo a quota 4.23. Considerando però uno scenario più ampio, riteniamo che le quotazioni del rame possano spingersi fino a quota 4.35, salvo violazioni (che consideriamo improbabili) di quota 4.08.
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