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USA, piano da 8 mld contro coronavirus. Dollaro debole contro euro

Aggiornato: Mar 05, 2020, 10:22 GMT+00:00

Il piano del Congresso USA contro il nuovo coronavirus. Il mercato delle valute si scuote, il dollaro s'indebolisce contro l'euro. Quali gli scenari futuri?

Dollaro euro

Ci siamo il nuovo coronavirus ha intaccato anche gli Stati Uniti e in generale l’America del nord. Gli Stati Uniti d’America hanno già risposto con il taglio dei tassi d’interesse annunciato a sorpresa dallo US Fed. Ieri il Congresso degli USA ha invece varato un pacchetto d’interventi da 8 miliardi di dollari per far fronte all’emergenza sanitaria in tutti e 52 gli Stati. Una misura approvata da Democratici e Repubblicani uniti: spetta alla Camera e al Senato approvare e al presidente Trump firmare perché sia efficace.

La sorpresa Canada

Così come aveva sorpreso Jerome Powell con un taglio dei tassi sui federal funds al di fuori delle riunioni ordinarie del FOMC, anche la Bank of Canada ha sorpreso con la sua decisione fulminea di intervenire sul costo del dollaro canadese dall’1,75% all’1,25%.

Nessuno si aspettava una tale mossa, ma a quanto pare le conseguenze economiche di Sars-CoV-2 preoccupano non poco le Banche centrali che intervengono con misure straordinarie mettendo praticamente le mani avanti.

Mani avanti che non potrà però mettere la BCE, la quale i tassi di interesse li ha già sotto lo zero. In questo caso si prevede un intervento con una misura di immissione di nuova liquidità del tipo quantitative easing green (QE green).

L’euro si rafforza sul dollaro USA

La destabilizzazione economica portata dalla minaccia invisibile mostra i suoi effetti anche sul cambio EUR/USD, il quale dopo alcuni anni di quasi immobilismo si scosta dall’andamento stazionario dell’ultimo periodo per portarsi a quota 1,1147 euro.

Il deprezzamento del dollaro USA non si è manifestato solo contro l’euro, ma contro le altre valute principali, tanto che il dollar index è sceso sotto i 100 punti a 97,4 (il 4 marzo).

Cosa spinge l’euro verso l’alto? O meglio, cosa deprezza il dollaro USA? Secondo gli analisti contattati da Il Sole 24 Ore il primo effetto è dovuto alla volatilità sui mercati finanziari. Data la stabilità del cambio euro-dollaro, molti si sono indebitati in euro per investire in dollari giocando sul differenziale dei tassi tra le due monete. Ma lo sconvolgimento sui mercati ha portato tanti a chiudere le operazioni di carry trade riacquistando euro. Questo primo movimento ha un effetto diretto sull’apprezzamento dell’euro: vendita di dollaro USA che lo deprezza, acquisto di EUR che ne fa aumentare il valore.

La decisione del Federal Reserve System di tagliare di 50 punti il tasso d’interesse ha fatto il resto.

Cambio euro/dollaro, l’andamento nei prossimi mesi

Cosa attendersi dal cambio euro/dollaro nei prossimi mesi? L’analisi non è semplice, ci sono vari fattori da tenere in considerazione.

Il cambio potrebbe spingersi verso 1,14 e 1,15 euro nei prossimi mesi, perché la banca centrale degli USA ha più spazi di manovra della BCE. Tuttavia va considerata la componente macroeconomica, l’eurozona è quella più esposta alla crisi economica dovuta al nuovo virus asiatico. L’euro, in caso di crisi economica nell’area euro, non avrà forza per spingersi oltre un certo livello di prezzo rispetto al dollaro.

Un altro scenario ipotizza invece un innalzamento a 1,15 o addirittura a 1,20, se la Fed dovesse decidere di immettere maggiore liquidità nel sistema per accontentare le aste sul mercato all’ingrosso. Negli ultimi giorni la Fed di New York non è riuscita ad accontentare tutte le richieste a causa della forte richiesta da parte degli investitori. Il Federal Reserve System potrebbe decidere per un aumento del bilancio fino al 50%, causando un deprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro.

Non vanno sottovalutati i mercati azionari in queste dinamiche, non è impossibile un loro trend rialzista all’interno di quello ribassista, che potrebbe causare un ritracciamento temporaneo del cambio euro/dollaro fino a 1,08 – 1,09 euro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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