Piazza Affari e le borse europee volano dopo la tregua sui dazi doganali concordata tra USA e Cina. Anche il petrolio è in netto rialzo dopo l'accordo Russia Arabia Saudita. Leggi l'aggiornamento.
Le borse volano grazie alla tregua sui dazi commerciali raggiunta lo scorso fine settimana al G20 di Buenos Aires tra gli USA e la Cina. Piazza Affari guadagna poco più del 2% (indice FTSE MIB), sopra il 2% anche Francoforte, mentre Parigi è a +1,78% e Madrid a +1,66%.
Ottima la chiusura delle borse asiatiche con Shangai a +2,58% e Tokyo all’1%.
Donald Trump e Xi Jiping trovano un accordo, seppure di breve durata, durante l’incontro bilaterale al G20 di Buenos Aires in Argentina. 90 giorni di tregua, in cui gli USA differiscono l’aumento del 15% nelle tariffe doganali sulle rimanenti merci cinesi.
Riprendono quindi gli acquisti sugli azionari almeno nel breve periodo, in attesa che nei prossimi mesi gli incontri annunciati tra Trump e Xi Jiping, forniscano ulteriori rassicurazioni.
I mercati possono ora concentrarsi sulla Brexit e in particolare sul voto del Parlamento britannico che dovrà approvare o rigettare l’accordo stipulato a Bruxelles con l’Unione Europea.
Si preannuncia un voto dall’esito incerto perché il Primo Ministro Theresa May non ha i numeri per far passare l’accordo.
Piazza Affari beneficia dell’effetto tregua sui dazi, ma anche sul fronte interno arriva una notizia positiva. Il Governo studia una modifica alla manovra economica 2019 che ridurrebbe il deficit dal 2,4% al 2%, riduzione che potrebbe bastare alla Commissione UE per evitare la procedura d’infrazione dalle conseguenze dure per l’intero Paese.
Bene anche il settore automotive, con Fiat Chrysler che oggi presenta i dati di immatricolazione di nuove auto in Italia nel mese di novembre.
Ancora il G20 in Argentina è stata la sede ideale di importanti accordi internazionali. Sulla produzione di petrolio, Russia e Arabia Saudita stringono un nuovo accordo di contenimento della produzione. I due Paesi proseguiranno una gestione concordata dei livelli produttivi, seppure non è stato annunciato quanto greggio in meno sarà prodotto nei prossimi mesi.
Questo è bastato a far salire il Brent del 4% e il WTI del 4,48%, rispettivamente a 62 USD e a 53,21 USD al barile.
Altra notizia positiva per quanti investono in materie prime come il petrolio, l’annuncio del primo ministro canadese Rachel Notley, sulla riduzione dell’8,7% nella produzione di greggio nella provincia di Alberta.
La riduzione partirà da gennaio 2019 e sarà soggetta a valutazioni mensili. Nelle previsioni ci sono ulteriori riduzioni nel corso dell’anno.
Una notizia destinata ad attirare l’attenzione degli operatori del settore petrolifero, quella che giunge dal Qatar che ha deciso di uscire dall’Opec a partire da gennaio 2019.
Una notizia storica perché il Qatar appartiene all’Opec dal 1961, e perché è l’undicesimo produttore di petrolio dell’Opec.
La decisione è tutta politica ed è la conseguenza dell’interruzione dei rapporti commerciali con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto, che accusano il Qatar di appoggiare il terrorismo.
Il Paese si concentrerà sulla produzione di gas naturale, del quale è il primo esportatore al mondo.
Concludiamo con un aggiornamento mattutino sullo spread Btp-Bund a 10 anni, al momento sceso a 282 punti base. Alle 10.30 lo spread aveva raggiunto il picco di 285 punti.
Una buona notizia per il debito pubblico italiano.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.