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Riunione BCE, flessibilità o stretta in arrivo?

Pubblicato: Apr 14, 2022, 08:19 GMT+00:00

Riunione della Banca centrale europea (BCE), ancora flessibilità o stretta monetaria in arrivo? Normalizzazione in vista, conseguenze.

bce

L’inflazione in Europa a marzo è balzata al 7,5% di media, la guerra non provocata in Ucraina ha spinto gran parte degli istituti di analisi economica a vedere molto al ribasso le stime di crescita dell’intera area dell’euro e in generale dell’Europa.

In un quadro già critico prima che Putin dichiarasse guerra all’Occidente, la pandemia e le sue conseguenze ci stavano lasciando in eredità molte criticità da risolvere.

La Fed aveva già deciso di innalzare i tassi d’interesse, a prescindere dalla guerra, e l’ha fatto e lo farà ancora.

La Banca centrale europea (BCE), che si riunisce oggi giovedì 14 aprile, deve decidere il da farsi e la strada da perseguire non può essere che quella di una progressiva normalizzazione della politica monetaria.

Probabilmente, come prevedono più analisti, la BCE non agirà con strette decise come è stata costretta a fare la Fed diretta da Jerome Powell, ma proseguirà sulla riduzione dei riacquisti di titoli sul mercato secondario e porterà a termine nel terzo trimestre dell’anno il programma di riacquisti APP.

BCE: Un’arma pronta da usare contro lo spread

Quello che gli analisti prevedono, tra cui quelli di Cnbc, è la fabbricazione di un’arma di politica economica da tenere pronta da usare in caso di rialzo degli spread nelle economie europee più deboli.

La normalizzazione della politica economica, infatti, avrà come conseguenza il rialzo degli spread sui titoli di Stato e il differenziale tra titoli di Stato delle varie nazioni europee ne potrebbe risentire oltre il sopportabile.

Prendiamo il differenziale tra il Btp Italia e il Bund tedesco a 10 anni, attualmente lo spread è a 160 punti base. Un valore ancora sostenibile, ma cosa accadrebbe se con la normalizzazione della politica monetaria il differenziale dovesse iniziare ad allargarsi correndo ben oltre i 300 punti?

Con il rapporto deficit-Pil al 150%, è facile prevedere scosse di terremoto al nostro debito in caso di eccessivo aumento dello spread, perché significherebbe più interessi da pagare agli acquirenti di Btp.

La Bce, dunque, potrebbe adottare un nuovo strumento per effettuare acquisti mirati di titoli esclusivamente nei paesi con una economia più debole.

La BCE alzerà i tassi?

Secondo gli analisti di Allianz Global Investors contattati dal Financialounge, si attendono due rialzi almeno entro la fine dell’anno.

Christine Lagarde, secondo questa analisi, al termine della riunione della Bce di oggi non fornirà tempistiche precise sul rialzo dei tassi di interesse sull’euro, ma fornirà ai mercati una chiara volontà di farlo entro l’anno.

Ci si aspetta che il rialzo dei tassi possa avvenire tra settembre, ottobre e dicembre, e che possano essere due rialzi da un quarto di punto ciascuno.

Quello che la BCE ha già fatto

Come si ricorderà la BCE ha già avviato la riduzione dei riacquisti di titoli sul mercato secondario portando a scadenza naturale il PEPP previsto per la pandemia (finito a marzo), quindi ha programmato la cessazione dell’APP per il terzo trimestre di quest’anno.

Tutte azioni volte a frenare l’immissione di liquidità nel sistema monetario dell’area dell’euro.

Ciò non sta bastando e l’inflazione continua a galoppare, quindi entro fine anno serviranno due rialzi dei tassi di interesse.

Cosa succederà con i rialzi dei tassi?

Il rialzo dei tassi porterà ad una corsa verso i titoli obbligazionari, corsa che in parte è già in atto da tempo negli USA.

Aumenteranno, e forse sensibilmente nei prossimi anni, gli interessi sui mutui e sui prestiti.

Le banche dovrebbero incassare di più.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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