Il prezzo del petrolio greggio WTI ritraccia ancora, mentre il gas naturale ha perduto la sua chiara direzionalità dopo l'ultimo ritracciamento e si appresta ad aprire una nuova fase di lateralità.
Nella prima metà di questa settimana, il prezzo del petrolio greggio WTI ha continuato il suo ritracciamento iniziato dopo il test degli 80 dollari, per ritracciare rapidamente fin sotto i supporti intermedi di 77,5 e 77 dollari, che avrebbero potuto invece assicurare una discreta salvaguardia contro le ondate di realizzi. Ora, con il superamento di questi livelli tecnici, il prezzo potrebbe avvicinarsi rapidamente anche al supporto principale di 75 dollari al barile.
Il gas naturale, invece, continua a mantenersi incerto. A un primo recupero nella giornata di ieri, ha fatto infatti seguito un nuovo arretramento verso quello che potrebbe ritornare a essere il baricentro principale delle quotazioni, a quota 2,5$.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI passa di mano a 76,64 dollari al barile, mentre il gas naturale segna 2,62 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe proseguire con i suoi ritracciamenti verso il supporto di 75 dollari al barile, da cui partirebbe l’eventuale break-out ribassista anche fino ai minimi recenti a difesa dell’area di inversione di tendenza.
Mi riferisco, più precisamente, ai livelli di 72 e 70 dollari al barile, superati i quali il petrolio greggio WTI ritornerebbe di fatto ai valori precedenti allo scoppio del conflitto in Ucraina, oltre un anno fa.
Per scongiurare questa previsione, il petrolio greggio dovrebbe mostrare un rialzo sostenuto da una rinnovata spinta bullish, in grado di riportarlo quantomeno sul livello di 78 dollari, per recuperare le perdite degli ultimi due giorni.
Da qui, potremmo attenderci ulteriori test del target di 80 dollari al barile, ma come già previsto in passato la rottura definitiva sarebbe tutt’altro che agevole. Un consolidamento tra i 78 e i 79,5 dollari al barile apparirebbe invece più verosimile, nel brevissimo termine.
Il prezzo del gas naturale appare ancora privo di una chiara direzionalità dopo l’ultimo ritracciamento dai 3 dollari. In queste sessioni di assestamento, la commodity sta dunque tentando di recuperare terreno, con scarsi risultati.
Alle ultime riprese, ha fatto infatti seguito un ritracciamento più ampio, sul supporto di 2,5 dollari, che pare però poter limitare le perdite.
Le previsioni sono per un proseguimento della lateralità fino alla chiusura settimanale, verosimilmente tra i 2,5 e i 2,68 dollari. Ribassi oltre il supporto di 2,5$ rappresenterebbero un nuovo test dei minimi relativi, con la possibilità di ritornare all’area di 2 o 2,2 dollari già nell’immediato futuro.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.