Il prezzo dell'Oro è in calo per il sesto giorno consecutivo, a causa delle minori scommesse di taglio dei tassi da parte della FED.
Il prezzo dell’Oro continua a essere scambiato in territorio negativo per il sesto giorno consecutivo, rimanendo appena sopra il minimo di tre settimane toccato il giorno precedente, situato sopra la soglia psicologica dei 2.600 $. Il recente rafforzamento del dollaro americano, spinto dalle minori aspettative di un allentamento aggressivo della politica monetaria della Federal Reserve, è uno dei principali fattori che sta limitando la domanda per il metallo giallo.
Il dollaro americano ha guadagnato slancio nelle ultime settimane, sostenuto da dati economici solidi e dalla crescente probabilità che la FED procederà con un approccio più cauto nell’allentamento della politica monetaria. Dopo il rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti più forte del previsto, le probabilità di un grande taglio dei tassi a novembre si sono ridotte. Secondo lo strumento FedWatch, il mercato attualmente sconta l’l’86,7% di probabilità di un taglio di 25 punti base alla prossima riunione della FED, con una riduzione complessiva di 50 punti base entro la fine dell’anno.
Un altro fattore che ha contribuito alla recente debolezza del prezzo dell’Oro è la riduzione dei rischi geopolitici. Le notizie di un potenziale cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele hanno ridotto la domanda di oro come bene rifugio. Hezbollah ha segnalato che potrebbe essere aperto a porre fine al conflitto al confine tra Libano e Israele, senza però porre la fine della guerra di Gaza come condizione, come riportato da varie fonti internazionali. Questo sviluppo ha ridotto temporaneamente la domanda di asset rifugio come l’Oro.
Tuttavia, le incertezze geopolitiche rimangono un potenziale sostegno per il metallo giallo, soprattutto se i conflitti dovessero riaccendersi in altre aree del Medio Oriente o altrove.
Da una prospettiva tecnica, la rottura di ieri pomeriggio del supporto dei 2.630 $ potrebbe essere vista come un nuovo innesco per i trader ribassisti. Detto ciò, occorre comunque un consolidamento sotto di esso per dare l’innesco ad una correzione SHORT, con i supporti dei 2.590 $ e dei 2.530 $ a rappresentare i due obiettivi SHORT principali.
D’altro canto, una chiusura sopra i 2.650 $ potrebbe aiutare i tori a trovare la giusta spinta per ritornare prima nella zona dei massimi storici intorno ai 2.680 $ e successivamente raggiungere il livello chiave dei 2.700 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.