L’inflazione USA Spinge l’Euro Dollaro a Toccare 1,0910, con la BCE che Rimane Sotto Pressione

Il prezzo dell’euro dollaro è stato protagonista di una sessione volatile giovedì, con la quotazione che ha superato provvisoriamente 1,0910 dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti per settembre. Il rapporto ha mostrato un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche negli USA, superando le aspettative del mercato, il che ha causato un temporaneo rafforzamento del dollaro americano e un indebolimento dell’EURO.

Il rapporto sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) statunitense ha mostrato che l’inflazione principale, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è cresciuta al 3,3% su base annua, al di sopra delle aspettative del 3,2%. Sebbene l’inflazione principale sia rallentata al 2,4%, è comunque stata più alta del previsto (2,3%), mantenendo le preoccupazioni riguardo alle pressioni sui prezzi. Su base mensile, sia l’IPC base che quello principale sono cresciuti rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2%.

Panoramica fondamentale del fiber

Nella riunione di settembre, la FED ha effettuato un taglio dei tassi di interesse di 50 punti base, segnalando che i decisori politici sono determinati a mantenere un approccio accomodante per sostenere la crescita economica. Tuttavia, i dati più recenti suggeriscono che la FED potrebbe non essere disposta a tagliare nuovamente i tassi con la stessa entità entro la fine dell’anno, nonostante le pressioni inflazionistiche persistano.

Comunque, l’euro dollaro rimane vulnerabile non solo a causa della forza del dollaro USA, ma anche a causa delle preoccupazioni per la debolezza dell’economia dell’Eurozona. La Banca Centrale Europea ha recentemente indicato la possibilità di ulteriori tagli dei tassi di interesse in risposta al rallentamento della crescita e all’inflazione inferiore alle aspettative.

Analisi Tecnica e previsioni euro dollaro

Al momento della scrittura il prezzo del fiber quota 1,0941, in rialzo dello 0,01% ed in pieno tentativo di non cedere troppo terreno dopo non essere riuscito a consolidarsi sopra il livello annuale 1,0959. Ciò lascia pensare che gli orsi abbiano ancora le redini del gioco e c’è mancato veramente poco al raggiungimento del livello chiave 1,0900, primo obiettivo SHORT. Nelle ore seguenti ci potrebbe essere un nuovo tentativo di raggiungere il target, il cui superamento aprirebbe le porte per il raggiungimento del livello annuale 1,0862.

Al rialzo, solamente una netta chiusura sopra il livello annuale 1,0959 permetterebbe ai tori di riprendersi in mano la scena, con il livello psicologico 1,1000 e il livello annuale 1,1033 a rappresentare i due obiettivi LONG principali.

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