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Agricoltura 4.0. L’agricoltore controlla i terreni anche quando è in vacanza

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 16, 2018, 11:53 GMT+00:00

Agricoltura 4.0 è una parola giornalistica per indicare l’applicazione in campo agricolo dell’Industria 4.0. Grazie alle recenti tecnologie l’agricoltore non solo è più libero di godersi le vacanze estive, ma può anche controllare i suoi terreni e la crescita delle colture a distanza.

Agricoltura 4.0. L’agricoltore controlla i terreni anche quando è in vacanza

 

I big data “fertilizzano” l’agricoltura

I sensori ambientali per la rilevazione della temperatura, del PH del terreno, dell’umidità e del vento, raccolgono dati e informazioni preziose per l’ottimizzazione dell’irrigazione e la concimazione.

I big data entrano quindi in agricoltura e facilitano molte delle attività di valutazione che prima l’agricoltore doveva affidare alla sua esperienza sul campo. Si riducono i tempi lavoro, c’è così più tempo da dedicare ad altro; si riducono i costi e l’agricoltura ne ha un tremendo bisogno.

Dell’importanza dei dati ne ha parlato Giulio Gregoretti direttore della fondazione Villa Russiz durante la rassegna Economia sotto l’Ombrellone in corso a Lignano Sabbiadoro (Udine).

Gregoretti, con particolare riferimento al settore agricoltura e vitivinicolo, ha affermato:

L’aspetto informativo con la raccolta più agevole di dati e informazioni che consentirà a tutti di avere informazioni molto più attuali e dettagliate e, quindi, di individuare politiche più adeguate ed efficaci. Il secondo è l’aspetto legato all’introduzione delle tecnologie in campo che permetterà di utilizzare sistemi assolutamente rispettosi dei cicli produttivi e dell’ambiente.

Le nuove generazioni e l’Agricoltura 4.0

Carlo Ferruglio, intervenuto all’evento in corso a Lignano Sabbiadoro e proprietario dell’azienda agricola La Ferula, ha messo in evidenza come saranno in particolare le nuove generazioni di agricoltori a mettere in pratica l’Agricoltura 4.0. Mentre teme che l’attuale generazione farà molta fatica ad accettare l’innovazione perché “si tratta di un settore non molto aperto all’innovazione”.

I mezzi agricoli governati con il joystick

Immagina di essere un agricoltore, se non lo sei già nella realtà, e di alzarti al mattino e trovare i campi già fertilizzati, la raccolta del grano o delle patate già fatta.

Come questo diventa possibile? Grazie all’Industria 4.0, che unisce insieme:

  • IoT.
  • Intelligenza artificiale.
  • Big Data.
  • Machine learning.
  • Cloud computing.
  • Guida autonoma.

Ciascun mezzo agricolo della tua impresa agricola viene predisposto con apparecchiature in grado di movimentare il mezzo senza la presenza dell’agricoltore sul mezzo. La mietitrice autonoma è dotata di sensori e telecamere connesse al satellite e a un software, per calcolare con precisione l’area da mietere. Il mezzo agricolo lo fa con una precisione quasi millimetrica grazie ai sensori e al satellite, evitando di passare due volte sullo stesso pezzo di terra.

L’irrigazione scientifica e automatizzata quasi ti fa dimenticare cosa significa irrigare i campi. E alla fine del mese verificherai di aver consumato migliaia di metri cubi d’acqua in meno rispetto a prima e di aver consumato meno corrente elettrica per attivare l’impianto d’irrigazione.

Il risvolto potenzialmente negativo dell’Azienda Agricola 4.0

C’è un risvolto negativo in tutto questo ed è facilmente evidenziabile. Una azienda agricola 4.0 può fare a meno di molti braccianti e collaboratori, ne consegue una riduzione del personale da impiegare nei campi o ai mezzi ed in altre attività correlate.

Sicuramente per le grandi imprese agricole, magari anche quotate in borsa, ciò non potrà che fargli piacere. Si viene però a creare un potenziale problema lavorativo e quindi sociale. L’agricoltura 4.0 potrebbe alla lunga togliere posti di lavoro a beneficio solo di chi è proprietario del pezzo di terra.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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