Prezzi Petrolio Greggio: il Future WTI Sotto i 70$ È a Rischio di Estensione Ribassista

I prezzi del petrolio greggio WTI, quotato in dollari al Nymex, hanno raggiunto quest’oggi massimi relativi a quota 69.32 prima di perdere slancio rialzista, e arretrare fino quasi a raggiungere i livelli di chiusura di venerdì scorso. Mentre sono le 20:36 di lunedì 30 settembre, il contratto Future Light Crude Oil con consegna 11/24 viene passato di mano a 68.26 dollari, in guadagno del +0.12% su base giornaliera.

La perdita di slancio rialzista durante la sessione odierna è un elemento tecnico degno di rilievo, in quanto il mercato sta faticosamente cercando di interrompere una sequenza ribassista che prosegue sin dai massimi relativi dello scorso luglio, quando ancora il petrolio WTI veniva scambiato sopra gli 84 dollari e mezzo. 

Il grafico a barre weekly, dove ogni barra rappresenta una settimana di oscillazione dei prezzi, evidenzia la formazione di un’area di resistenza compresa fra 70.05/70.70 che rischia di consolidarsi ulteriormente in corso di settimana, favorendo una ripresa delle vendite. Attualmente il supporto di un certo rilievo più vicino sarebbe peraltro da ricercare non prima di area 63.15/63.65; solo una chiusura daily superiore a 70.70 potrebbe stemperare il rischio ribassista, consentendo una revisione al quadro tecnico descritto.

Sale la Domanda e Cala l’Offerta negli USA

La domanda di petrolio degli Stati Uniti è aumentata a luglio, raggiungendo il livello stagionale più alto dal 2019, mentre la produzione è diminuita per la seconda volta in tre mesi. Lo riferiscono i dati della U.S. Energy Information Administration resi noti oggi e rilanciati da Reuters.

Quest’anno la domanda di petrolio degli Stati Uniti si è dimostrata più resiliente rispetto a quella di altri grandi consumatori come la Cina, che hanno risentito maggiormente delle pressioni dovute alle incertezze economiche. Il consumo totale di petrolio è aumentato dell’1,2% rispetto a giugno, raggiungendo i 20,48 milioni di barili al giorno a luglio, il valore mensile più alto dal 2019. 

Nel frattempo, la produzione di petrolio nel Paese è rallentata marginalmente per la seconda volta in tre mesi. La produzione totale di petrolio degli Stati Uniti è scesa di 25.000 bpd rispetto a giugno, attestandosi a 13,205 milioni di bpd a luglio, secondo i dati dell’EIA. Alcuni analisti e investitori del settore petrolifero hanno osservato i segnali di un rallentamento della produzione statunitense, dato che le forniture record del Paese, unite alla debolezza dell’attività economica cinese, hanno pesato molto sui prezzi del petrolio quest’anno. 

Quadro Tecnico fino a Martedì 1° Ottobre

Per quanto riguarda lo scenario di brevissimo periodo, possiamo localizzare su grafico a barre da 30 minuti due nuove resistenze a quota 68.54/68.62 e a quota 69.21. Il rispetto di tali livelli mantiene attivo un segnale di arretramento che proietta obiettivi a 67.41 e 66.59, virtualmente alla portata dei prezzi entro la sessione di martedì 1° ottobre.

Il segnale tecnico è short sfruttando ogni eventuale riavvicinamento alle resistenze. È a nostro avviso indispensabile piazzare uno stop in eventuale rottura della resistenza principale, mediante una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 69.21. A tale condizione si potrebbero infatti sviluppare le circostanze adatte ad un risveglio improvviso della pressione rialzista, finalizzata ad un test della già menzionata area di resistenza principale di breve periodo posizionata sopra i 70.00$.

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