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Investire nel platino, pregiata materia prima della transizione energetica

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jan 30, 2021, 22:57 GMT+00:00

Investire nel platino, guida alla pregiata materia prima che guiderà la transizione energetica e sarà utilizzata anche nello spazio.

investire nel platino

In questo articolo:

Il brutto anatroccolo diventato gioiello ricercatissimo e oggi ricercato anche dall’industria che produce celle a combustibile per i veicoli elettrici. Il platino è passato da metallo scartato a pregiata materia prima che oggi tutti cercano e infatti, a più riprese, vive dei momenti di forte apprezzamento del valore che lungo la sua storia lo hanno condotto al record di 2150 dollari. Investire nel platino quindi conviene?

Scopriamolo attraverso le sue caratteristiche, i settori industriali di applicazione e attraverso qualche previsione sull’uso che se ne farà nell’ambito della transizione energetica.

Caratteristiche del platino

Il platino in natura si presenta come metallo mescolato ad altri metalli con cui si lega, infatti non è raro trovarlo in combinazione con l’oro, altri metalli preziosi come il palladio, ma anche legato al rame e al ferro e all’iridio.

I processi di estrazione sono abbastanza complessi e si basano prima sulla frattura della roccia, quindi sulla separazione chimica dei metalli per poi filtrarli attraverso vari passaggi che ne permettono la raccolta per gli usi industriali.

Del platino si apprezzano le sue qualità di malleabilità e duttilità, di colore bianco-grigio, è il metallo più duttile dopo l’argento e l’oro.

La sua particolare capacità di resistere alla corrosione, meglio dell’oro se combinato con una piccola percentuale di iridio, lo rendono utilissimo per la realizzazione di gioielli e utensili speciali. Il platino resiste anche a molti acidi, alle basi e ai sali, ma si scioglie rapidamente in acqua regia.

I primi a sperimentarne l’uso furono i nativi della Colombia, dove fu scoperto e da lì iniziò lo studio delle caratteristiche che portò ben presto alla realizzazione di oggetti fatti di platino puro.

Impiego industriale del platino

Uno degli impieghi recenti e inusuali del platino riguardano l’impiego nella forgiatura di monete. La Russia in particolare lo utilizzò anticamente per produrne monete, proprio per la sua caratteristica di resistenza alla corrosione.

Il platino, in lega con un 10% di iridio, costituisce il metro e il chilogrammo campione che si conservano a Parigi.

Il platino viene utilizzato nella preparazione di marmitte catalitiche, nell’oreficeria e nell’industria chimica come catalizzatore, ad esempio per la produzione di siliconi.

Ma il platino è utilizzato anche nella realizzazione di attrezzi da laboratorio, contatti elettrici, ed ancora elettrodi per candele d’accensione, e anche per termoresistenze.

Molto utilizzato anche in odontoiatria e per la misura della temperatura in campo scientifico.

Da non sottovalutare il suo impiego nell’oreficeria di cui parleremo diffusamente più avanti. Ed ancora il platino viene utilizzato nel settore della filatura di fibre tessili ed anche nelle resistenze per forni.

Si usa inoltre in campo ottico per creare specchi e nell’aerospaziale.

Produzione mondiale

Investire nel platino significa anche conoscere dove il metallo viene prodotto. I Paesi principali produttori del platino sono:

  • Russia;
  • Canada;
  • Stati Uniti;
  • Sudafrica (principale produttore mondiale);
  • Zimbabwe.

Il platino aveva subito una flessione negli anni ‘80 dello scorso secolo, tuttavia si è verificato un risveglio e interesse nei suoi confronti e così la produzione è salita vertiginosamente fino a raggiungere il picco produttivo nel 2007 con 230 tonnellate estratte in un anno.

Da notare che il 2007 è anche l’anno in cui il prezzo del platino entrava in una evidente bolla speculativa poi esplosa ad inizio febbraio 2008. Il crollo del prezzo fu drammatico: 2.159 USD – 816,58 USD.

Investire in platino: i gioielli

Una delle vie per investire nel platino è sicuramente la gioielleria. Il Platinum Guild International (PGI) è una organizzazione marketing che dal 1975 si occupa della promozione del platino in oreficeria.

La loro fondazione ha preceduto i trend dei decenni successivi e anche contribuito a crearlo. Secondo i loro dati 80 milioni di once di platino sono stati impiegati nella gioielleria.

L’organizzazione, nata in Sudafrica ma ora trasferitasi ad Hong Kong, si occupa anche di sviluppare i quattro principali mercati di gioielli in platino che sono:

  • Cina;
  • Giappone;
  • Stati Uniti;
  • India.

L’organizzazione, quindi, promuove la commercializzazione di gioielli completamente realizzati in platino o in combinazione con altri metalli preziosi o pietre preziose.

Il sito web di riferimento per approfondire è https://platinumguild.com, registrandosi all’area riservata è possibile scaricare anche il report trimestrale sullo stato dell’industria.

Idrogeno e platino, un connubio perfetto?

Un chimico potrebbe dirci di stare molto attenti a miscelare idrogeno e ossigeno allo stato gassoso in presenza di una spugna di platino: esploderebbe.

Tuttavia in ambito industriale l’idrogeno e il platino sembrano destinati ad incontrarsi e a restare legati a lungo.

Come avevamo avuto modo di scrivere nella guida dedicata all’investimento nell’idrogeno, il gas assumerà in questo decennio un ruolo rilevante.

Cosa ha a che fare allora il platino con l’idrogeno? Il metallo viene utilizzato nella produzione delle celle a combustibile per i veicoli elettrici (fuel cell electric vehicles, FCEV) e come catalizzatore nel processo di produzione per elettrolisi dell’idrogeno.

Secondo un breve documento pubblicato dal World Platinum Investment Council (WPIC) in data 27 gennaio 2021, la produzione di FCEV è in aumento ed è destinata ad aumentare nei prossimi anni e fino al 2030.

La hydrogen economy, secondo il WPIC, farà esplodere il mercato delle celle a combustibile negli USA generando di conseguenza una domanda di platino nel medio termine.

Anche in Europa e in Cina l’idrogeno verde richiederà una grande domanda di platino, attesa essere rispettivamente di 300 koz e di 600 koz entro il 2030.

Sempre secondo questo rapporto gli investitori interessati al platino si sono mossi già a partire dal 2019. Ed in effetti il prezzo del platino a partire dalla seconda metà di quell’anno è asceso dai 780 USD ai 950 USD circa. Solo il cigno nero della pandemia aveva azzerato i guadagni ma ora il prezzo del platino ha raggiunto quasi i 1100 USD di valore: non accadeva da luglio 2016.

Negli USA a trainare l’innovazione ci penserà Joe Biden che ha riportato il paese tra i firmatari del Paris Climate Agreement e attraverso la promessa di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’idrogeno è parte del piano da 2 trilioni di dollari promesso dal presidente Biden e già dal 2022 in Nevada un nuovo stabilimento produrrà 30 tonnellate di idrogeno al giorno, utili a rifornire 42 mila celle a combustibile.

Il Dipartimento dell’Energia USA, in fine, attraverso l’iniziativa H2@Scale supporta lo sviluppo di un camion all’idrogeno. Questo progetto è guidato dalla società Cummins Inc. (CMI), quotata alla Borsa di New York.

Riferimenti utili

Il sito web del WPIC è ricco in documenti informativi e ricerche che aiutano l’investitore a comprendere il mercato del platino nel suo insieme. Molto utile leggere la sezione dedicata ai dati storici prima di investire nel platino, per comprendere come è evoluta la domanda e l’offerta dal 1975 ai giorni nostri.

Ancora più utili e indicativi risulteranno essere i report trimestrali sull’andamento del platino.

Concludendo

Investire nel platino, come ha mostrato questa breve guida, può riservare molte sorprese. Le materie prime continuano a giocare un ruolo rilevante nel progresso delle economie mondiali e sono essenziali per il progresso tecnologico in ogni secolo.

Consigliamo la lettura anche della guida all’investimento nel palladio, altro metallo il cui utilizzo è atteso aumentare grazie all’impiego nel settore dell’automotive e in particolare per la produzione delle batterie delle auto elettriche.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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