Come investire in Argento (XAG) attraverso gli strumenti finanziari: future, ETF, e CFD. Le società quotate che estraggono su cui puntare.
L’argento non è un metallo di serie B, è invece un metallo prezioso con quotazioni basse e proprio per questo dovrebbe/potrebbe entrare nel portafoglio di investitori alla ricerca di asset poco costosi.
Come scoprirai in questa guida su come investire nell’argento, gli strumenti finanziari disponibili sono vari e quasi tutti di facile accesso per ogni tipo di investitore.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare, inoltre, l’argento è ampiamente impiegato in molti settori industriali anche poco noti come quello della fotografia. E la guida su come investire in argento parte proprio dagli impieghi.
L’argento è un metallo prezioso di uso industriale che trova impiego nella medicina, nelle tecnologie del solare, nell’elettronica, nella purificazione dell’acqua, nell’automotive e nella fotografia.
Senza dimenticare l’uso dell’argento nella gioielleria e nell’argenteria per la realizzazione di manufatti artigianali ad uso casalingo o comunitario.
L’argento si estrae ma anche si ricicla e le due “fonti” compongono l’offerta di argento che nel 2020 si è attestata sui 978,1 milioni di once, in diminuzione rispetto al miliardo di once del 2019.
La domanda di argento è sotto il miliardo di once dal 2016 ed ha toccato il minimo storico nel 2020 a 963,4 milioni di once, record negativo precedente i 964,7 milioni di once del 2017. Nel 2019 la domanda si è attestata sui 991,8 milioni di once.
Dal confronto di questi dati è facile intuire che l’offerta è sostanzialmente sempre superiore alla domanda, fattore che contribuisce solitamente a tenere basse le quotazioni dell’argento, al netto delle fasi speculative.
Il settore industriale (fotovoltaico incluso) è il maggior consumatore di argento, seguito dagli investimenti in argento fisico e dalla gioielleria. L’argenteria e la fotografia sono i settori che mostrano i minori consumi di argento (Dati Silver Institute).
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Acquistare argento da investimento, cioè comprare argento nella forma di lingotti o di monete pure allo scopo di usarli come riserva di valore, è un tipo di investimento che esula dall’obiettivo di questa guida.
L’investitore interessato ad investire in argento attraverso l’uso di strumenti finanziari, invece, ha dalla sua parte:
Vediamo in breve quali sono le differenze per tutti e tre i casi di investimento nel metallo prezioso.
Potremmo dire pochi ma buoni gli ETF sull’argento, non sono infatti tantissimi. Quelli che troviamo sono però sufficienti per esporsi sulla materia prima attraverso uno strumento finanziario sempre più apprezzato, perché non obbliga l’investitore ad acquistare argento fisico e i costi di gestione sono bassi.
Qui un breve elenco.
I contratti per differenza sono un altro strumento finanziario strutturato che negli ultimi anni si è distinto per i bassi costi e la facilità di accesso che presenta per un’ampia categoria di investitori.
I CFD hanno il vantaggio di far guadagnare quando il mercato è in fase rialzista (long position), ma anche quando il mercato è in fase ribassista (short position).
I CFD come gli ETF non richiedono all’investitore di possedere l’argento, perché quello che qui avviene è una operazione speculativa sul prezzo dell’argento che funge da sottostante.
Scopri un modo interessante di fare trading sull’argento con i CFD.
I futures sono lo strumento finanziario che più si avvicina all’acquisto della materia prima fisica. L’investitore che acquista dei futures legati all’argento nei fatti stipula un contratto con il quale afferma che il prezzo di una oncia di XAG varrà un certo prezzo nel futuro e che è disposto ad acquistare quella quantità a scadenza del contratto. Alla scadenza del contratto, in teoria, l’investitore si vedrà recapitare fattivamente la quantità di oro legata ai contratti futures XAG comprati. Tuttavia le piattaforme di investimento impongono all’investitore di chiudere anzitempo le posizioni, al fine di evitare di vedersi recapitare l’argento a casa: costi di spedizione a parte.
Un esempio di Silver futures è il SI del CME Group.
Presso le principali borse mondiali sono quotate le società minerarie che estraggono metalli preziosi, tra cui anche l’argento. Questo è indubbiamente una delle strade più dirette per aggiungere al proprio portafoglio finanziario asset esposti all’argento.
Le seguenti società quotate sono tutte impegnate nell’estrazione dell’argento, oltre che di altri metalli ferrosi e non ferrosi.
Il prezzo dell’argento si calcola presso il London Bullion Market (LBMA), dove prende il nome di LBMA Silver Price. Questo è il prezzo di riferimento dell’argento a livello internazionale per banche centrali, fabbricanti, gioiellieri, consumatori.
Qui troverai anche il grafico storico più completo con la serie storica che parte dal gennaio del 1968.
Se analizziamo il prezzo storico dell’argento (XAG), partendo dal 2006, possiamo notare come il prezzo abbia subito in alcuni momenti delle forti oscillazioni. Una di queste fasi storiche è quella che coincide con la crisi del debito sovrano nel 2011. Quell’anno le quotazioni dell’argento raggiunsero i 47,9 dollari USA. In seguito il prezzo si è sgonfiato come in una bolla giungendo a dicembre del 2015 intorno ai 13,5 USD.
Più di recente le quotazioni del metallo prezioso sono salite con decisione subito dopo il crash dei mercati mondiali di metà marzo 2020. La crescita è stata quasi repentina e dovuta in alcune fasi anche a movimenti speculativi organizzati sui social. Tuttavia a spingere il prezzo di XAG verso l’alto sono principalmente i timori per una impennata dell’inflazione (reflazione).
Cosa riserva il futuro per l’argento? Nella guida all’investimento in argento abbiamo presentato alcuni dati chiave sulla domanda e offerta di argento, e indicazioni sull’andamento storico delle quotazioni.
Il metallo prezioso nella sua vita ha più volte vissuto fasi pump, dove era chiaro che nessun fondamentale avrebbe giustificato a lungo il prezzo (1980; 2011), ma ogni “scossone” è servito ad elevare il supporto sotto il quale non è più sceso.
Se ad esempio negli anni 1970 una oncia valeva anche 1,75 USD, quel prezzo dopo il pump del 1980 non è stato più toccato. Se prima del pump del 2008 il metallo aveva toccato il minimo a 3,65 USD (1993), dopo non è mai più tornato sotto i 9,87 USD.
Un buon asset quindi, per chi investe sul lungo periodo e per chi cerca guadagni sul breve-medio periodo.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.