Hai il portafoglio finanziario in perdita? Ecco 4 modi per rivitalizzarlo sul lungo periodo a seconda anche dell'età anagrafica personale.
Affrontiamo un discorso che riguarda molto da vicino chi costruisce il proprio portafoglio finanziario guardando ad orizzonti molto ampi, su 10, 20 e anche 30 anni.
Questo tipo di investitore, che può essere un giovane anche di 20 anni o una persona più adulta, si potrebbe ritrovare in una certa fase del ciclo di vita dell’investimento con un portafoglio non ottimale se non addirittura in perdita.
Quel che va compreso è che i portafogli vanno adattati in base anche all’età, sia diversificando il portafoglio, ma anche effettuando delle scelte tra le classi di attivo che compongono l’investimento.
Ossia, se da giovani si preferisce adottare un approccio con un pizzico di rischio in più investendo in azioni o in altri veicoli di investimento a esse legate (vedasi gli ETF azionari), quando ci si appresta ad una età più matura o quando ci si avvicina all’età della pensione, è forse meglio sbilanciarsi verso le obbligazioni e in generale verso il reddito fisso.
Reddito fisso che può essere “impreziosito”, per i più dinamici e aggressivi, da titoli azionari blue chip che rilasciano dividendo ed eliminando dal portafoglio quei titoli azionari che non staccano dividendi agli azionisti.
Se l’obiettivo è far crescere i nostri 10 mila euro nel corso del tempo e in modo sostenuto, la scelta potrebbe essere quella di investire tutto in azioni. La scelta potrebbe essere azzeccata e far lievitare a 10 anni il portafoglio anche a 18.600 euro, spiega l’Economia del Corriere, ma bisognerà assumersi il rischio di una perdita che potrebbe all’opposto essere molto pesante: -38,7%.
Una strategia solo obbligazionario, invece, rischia di far crescere i 10 mila euro (sempre su 10 anni), meno dei buoni fruttiferi postali. Quindi è importante far ruotare il portafoglio e scegliere di bilanciarlo tra azioni e obbligazioni, più liquidità e strumenti monetari.
Magari anche optando per i fondi di investimento che fanno il lavoro duro per noi.
Chi preventiva di investire 20 mila euro subito, invece, e di integrarlo con una somma mensile di 100 euro per 15 anni, ad esempio, si ritroverà con un investimento finale da 38 mila euro.
Risultato? Solo obbligazionario 39 mila euro: davvero poco. Oppure 84 mila euro con un paniere tutto spinto sulle azioni, ma accettando un rischio altissimo di perdita se un ciclo economico dovesse chiudere con crolli pesanti in Borsa, o con cigni neri come la pandemia in marzo 2020.
Anche in questo caso, con una strategia mista si ottiene un risultato atteso superiore ai 50 mila euro (nello scenario migliore). Questa strategia prevede una rotazione quinquennale con una esposizione sull’azionario che cala nel tempo, per privilegiare il rendimento.
Se si è disposti a investire subito 50 mila euro in Borsa, ovvero in azioni al 100%. Ci si dovrà accollare un rischio di perdita del -40%, ma con un risultato atteso/sperato che potrebbe raggiungere i 188 mila euro in 20 anni.
Una scelta così aggressiva merita molta attenzione, costante. Perché un cigno nero verso la fine del ciclo dell’investimento, quindi verso il 20 esimo anno, potrebbe causare una perdita che si potrebbe non essere in grado di recuperare in breve.
Accanto a portafogli di investimento gestiti da terzi, con il supporto del consulente finanziario della banca o di una società specializzata in investimenti finanziari, l’investitore può optare anche per una strategia tutta propria che prevede la gestione in autonomia del suo portafoglio.
Una opzione non semplice e adatta ai più giovani, ma se ben studiata potrebbe anche portare a risultati soddisfacenti. Bisogna, in questo caso, non solo assumersi maggior rischio ma anche ritagliarsi ore di studio per scegliere i titoli su cui investire.
Si scelgono i titoli che si ritengono essere i migliori, puntando su settori emergenti ma promettenti (transizione energetica, smart mobility, ecc), se ne segue la crescita e poi si raccoglie il profitto quando si ritiene che il titolo è maturo. Fondamentale non affezionarsi ai titoli, ma lasciarli andare quando è il momento di farlo. Warren Buffett insegna.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.