Dove investire, in obbligazioni o azioni durante i mercati ribassisti? Ecco cosa fare quando si verificano le tempeste perfette.
Sui mercati finanziari la tempesta è perfetta. Prima la pandemia, poi l’euforia per l’inondazione di soldi da parte delle banche centrali che ha gonfiato all’inverosimile i titoli azionari (ma ridotto i rendimenti sulle obbligazioni), quindi l’inflazione ha riportato tutti alla realtà e così le banche centrali hanno tirato freno e freno di emergenza innalzando i tassi di interesse come non facevano da lungo tempo.
Non dimentichiamo la guerra in Ucraina e le sue conseguenze di lungo periodo che segnano un grande cambiamento ancora tutto da scrivere nei rapporti tra Occidente e Russia-Cina (sì anche la Cina).
In questa tempesta perfetta le obbligazioni ne sono uscite a dir poco “scassate”. E non pare sia finita qui, purtroppo, perché il prossimo 8 settembre la Banca centrale europea (BCE) si riunirà e deciderà per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse.
Chiariamoci. Il rialzo dei tassi di interesse favorisce le obbligazioni, ma quelle di nuova emissione. Il problema è per chi ha investito in obbligazioni o (ancora peggio) in fondi obbligazionari e non ha disinvestito per tempo.
Secondo una indagine di Morningstar, da inizio anno i fondi obbligazionari a lungo termine (Euro bond long term) hanno perso fino al 25% del loro valore, mentre i governativi in euro hanno perso l’11,09%.
Il 25% è una perdita pesantissima per un portafoglio, ma questo succede perché quando si alzano i tassi di interesse le obbligazioni a lungo termine sono le più penalizzate.
Altra precisazione. Chiaro che chi detiene le obbligazioni sino alla scadenza rientrerà del suo patrimonio per intero e nel frattempo godrà delle cedole previste. Il problema si pone per chi dovesse essere costretto dagli eventi a vendere in anticipo questo tipo di bond long term.
Le obbligazioni a breve termine in questa dinamica si sono difese meglio, gli euro government bond short term hanno perso soltanto l’1,85% e gli euro ultra-short term bond soltanto l’1,46%.
Come scrivevamo poco sopra bisognerà tenere duro. Chi ha investito in fondi obbligazionari e non ha disinvestito per tempo, ora si ritrova con un portafoglio in perdita. Ebbene è importante sapere che si verificheranno altre fasi di debolezza scrive Morningstar.
Nel corso del 2022 i fondi a reddito fisso hanno subito un deflusso pari a 88 miliardi di euro, di cui 2,34 miliardi solo a luglio. Dati che si riferiscono all’Europa.
Chiudere le posizioni in perdita non è la migliore strategia, però.
Ancora Morningstar ci offre una analisi che pare più una consolazione (magra o amara?) che una soluzione reale.
Secondo questa comparazione tra azioni e obbligazioni che parte dal lontano 1926, i periodi negativi per le azioni sono sempre stati superiori ai periodi negativi fatti registrare dalle obbligazioni.
Ad esempio, se consideriamo i trimestri negativi per le azioni essi sono stati 119 contro i 100 per le obbligazioni. Se, invece, facciamo riferimento agli anni negativi allora questi sono 25 per le azioni e 15 per le obbligazioni.
Anche in termini percentuali il divario sulle perdite assegna un punto a favore delle obbligazioni, che tendenzialmente performano meglio delle azioni in tempi di mercati depressi.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.