L'Indice Vix agli stessi livelli del 2008 e del crack della Lehman Brothers, il nuovo Coronavirus è il ‘Cigno nero’ dei mercati finanziari del 2020.
Sui mercati finanziari il Cigno nero non arriva mai quando te lo aspetti. Tu fai i tuoi calcoli, le tue analisi tecniche e fondamentali, poi un bel giorno un evento inatteso sconvolge tutto il lavoro che avevi fatto e sei costretto/a a gettare tutte le tue analisi nel cestino, a disfare le previsioni e a navigare a vista perché altro non puoi fare.
Il nuovo coronavirus è il Cigno nero dei mercati finanziari 2020 e l’indice VIX che segnala la volatilità sui mercati americani e in particolare a Wall Street, è tornato a salire pericolosamente verso l’alto.
Secondo il grafico disponibile sul sito del Cboe, a cui l’indice appartiene, l’indice è salito in un solo giorno (venerdì scorso) del +5,53% ed ha raggiunto i 41,94 punti.
Il record a 54,39 proprio venerdì 6 marzo, quando le borse di tutto il mondo hanno fatto registrare una ennesima perdita di valore portando a due settimane consecutive piene i risultati negativi.
L’indice della volatilità VIX non ha mostrato segnali preoccupanti per tutto gennaio e solo verso la fine ha mostrato i primi segni di maggiore volatilità sui mercati, quando è passato da 12 punti a 18 punti per poi rientrare.
Il 21 febbraio i mercati non hanno più retto, non più Cina, Italia e da pochi giorni l’Italia, ma le notizie di preoccupanti cluster di contagio sono giunte da tante altre parti del mondo. Il contagio ha toccato quindi gli USA e sempre più anche Francia e Germania.
Ecco che l’indice è balzato dai 18 punti del 21 febbraio, ai 40 punti del 28 febbraio.
Secondo le notizie riportate dagli analisti del Cboe, l’indice S&P 500 ha raggiunto livelli di volatilità record che sono paragonabili solo a quelli del 1987.
La volatilità si è impennata fino al 240% a partire da metà febbraio, scrive Il Sole 24 Ore, ovvero da quando il nuovo coronavirus ha assunto una dimensione globale.
Nel 2008 il fallimento della Lehman Brothers portò l’indice Vix sopra quota 80, ma nella fase successiva esso rimase intorno ai 50 punti per un po’ di tempo. Ecco, se possiamo collocare la situazione attuale, seguendo quanto ci dice l’indice Vix, è come se fossimo nella fase successiva al fallimento della grande banca di investimenti statunitense avvenuta nel settembre del 2008.
Da notare anche che il Vix ha chiuso venerdì sopra i 30 punti per la settima volta consecutiva, il che significa un andamento simile al periodo critico dell’estate 2011, quando in Europa Grecia e Italia innescarono la crisi dei debiti sovrani.
Il picco di diffusione di Covid-19 non è ancora chiaro quando e come arriverà. La questione è che ora ogni nazione ha i suoi picchi nazionali da valutare. La Cina ha segnato un primo record con 0 contagi al di fuori della città di Wuhan, segno che il contenimento funziona e che lì il massimo è stato raggiunto.
Ma non è così in Corea del Sud, in Italia, in Iran, e dobbiamo aggiungere anche Francia, Germania e USA, dove sono appena agli inizi.
Insomma, l’incertezza regna sovrana e la volatilità continuerà a fare la fortuna dei “lupi” dei mercati finanziari.
I moderati dovranno quindi stare attenti a quanto accadrà nelle prossime settimane, il Cigno nero continua a mostrare la sua ombra mentre vola sopra i mercati finanziari. Sarà il caso di monitorare l’indice Vix per non farsi cogliere impreparati.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.