L'Eurogruppo prosegue ad oltranza, si cerca un compromesso che non arriva. Gli intransigenti vogliono il Mes, anche annacquato ma quello e non gli eurobond.
L’Eurogruppo di ieri 7 marzo avrebbe dovuto concludersi alle ore 20.00 (era iniziato alle 16.00) dopo quattro ore di videoconferenza, ma in una Unione Europea disunita come non mai e dove ormai convivono due fronti opposti, l’Eurogruppo dei ministri dell’economia è andato avanti a oltranza per tutta la notte e si attendeva una conferenza stampa questa mattina alle ore 10.00 che non ci sarà.
Il presidente Centeno ha informato di aver sospeso la maratona impietosa dell’Eurogruppo perché non c’è accordo e si riprenderà giovedì: come tutti temevano.
Il momento storico trova i 27 membri dell’Ue disuniti, schierati fra chi vorrebbe maggiore solidarietà e chi invece vuole tenere i conti in ordine anche in una situazione come quella che tutto il mondo vive a causa della pandemia.
Contrattare in videoconferenza è difficile. Trovare un compromesso non potendosi guardare negli occhi in persona, non poter parlare in privato in una saletta a parte con chi non la pensa come te per persuaderlo a cedere, rende tutto più complicato.
Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, ha chiesto ai ministri di assumere un impegno chiaro per favorire il rilancio coordinato dell’economia europea.
Serve un piano comune ma non tutti gli Stati sono d’accordo, non tutti gli Stati si vedono sulla stessa barca, alcuni pur appartenendo all’Ue si sentono al sicuro sulla terra ferma che non avevano e che hanno dovuto strappare al mare: gli olandesi.
David Sassoli, presidente del Parlamento europeo aveva ricordato ai Paesi Bassi che se vogliono avere ancora clienti in Europa che possano comprare i loro tulipani, ebbene è il caso che cambino posizione.
Ma ognuno resta sulla sua posizione e non c’è verso di smuovere il blocco degli intransigenti: Olanda, Germania e Austria sopra gli altri.
La solidarietà in Europa non esiste e forse, nei prossimi anni potremmo assistere anche al disfacimento di una alleanza europea che dimostra di non esistere.
Il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, magari annacquato nelle sue regole più ferree, ma quello o niente. Questa è la posizione dei Paesi Bassi e della Germania dimentica del passato, di quando al termine della seconda guerra mondiale gli fu condonato parte del debito di guerra per evitare che cadesse nel baratro (non ha mai restituito nemmeno tutto il resto).
No, gli eurobond assolutamente no, neppure annacquati o talmente trasparenti che non si vedono.
Per la ripartenza, quindi, c’è il Mes a cui potranno accedere i singoli Stati assumendosi personalmente il rischio del debito con i suoi creditori.
Poi ci sarà la Banca europea degli investimenti da cui attingere finanziamenti per il rilancio dell’economia.
Ancora il Sure con i 100 miliardi di euro, per finanziare la cassa integrazione e altre forme di sostegno al reddito specificamente dedicate ai lavoratori che hanno un lavoro.
All’Eurogruppo la corrente capeggiata da Francia, Italia e Spagna chiedono gli eurobond o come altro li si voglia chiamare. Uno strumento europeo che permetta di utilizzare il rating dell’Unione europea per finanziare i singoli Stati.
In questo modo il rischio sarebbe condiviso da tutti gli Stati, ma nessuno dovrebbe pagare per l’altro, semplicemente si consentirebbe a chi ne avrà bisogno di accedere ad uno strumento con un rating elevato mettendosi al sicuro dalle speculazioni.
Quello che si chiede è quindi uno scudo europeo. Lo scudo dell’Unione Europea… se esiste ancora.
Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.