Criptovalute e Fintech, due facce della stessa medaglia o qualcosa di molto diverso? Una riflessione introduttiva per capirne di più.
La domanda che vogliamo porci è se le criptovalute sono parte della tecno finanza (fintech), nel senso che sono parte dell’evoluzione tecnologica che la finanza ha subito e sta subendo, o se le criptovalute sono altro rispetto al fintech.
Una riflessione che potrebbe apparire come fine a se stessa, ma che ci apre invece al tentativo di comprendere più approfonditamente il mondo delle criptomonete e l’evoluzione che la finanza sta subendo in questi anni.
Per capire il rapporto che intercorre tra fintech e criptovalute, prima riproponiamo in breve una sintetica definizione dei due termini e di ciò che rappresentano.
Secondo il Financial Stability Board (FSB) il fintech è:
“Una innovazione finanziaria tecnologicamente abilitante che si traduce in nuovi modelli di business, applicazioni e processi o prodotti con un effetto materiale associato su mercati e istituzioni finanziarie e per la fornitura di servizi finanziari”.
Fintech è quindi una innovazione della finanza dovuta alla tecnologia informatica che ne ha profondamente modificato l’accesso, le opportunità d’investimento, che ne ha ampliato a dismisura gli orizzonti.
Internet, intelligenza artificiale e big data sono gli “strumenti tecnologici” che ne stanno favorendo l’espansione e che ne delineano l’ossatura del prossimo futuro.
Le criptovalute sono una nuova forma di moneta che sostituiranno le valute fiat? O come ha scritto Satoshi Nakamoto nel bitcoin.pdf, sono sistemi di pagamento elettronico peer-to-peer?
Mentre il dibattito su cosa sono le criptovalute non si è esaurito e qui non intendiamo dare una risposta esaustiva.
Possiamo dire che esse, con il bitcoin, sono nate come una nuova forma di moneta elettronica che consentisse alle persone di effettuare pagamenti e/o trasferimento di valore attraverso una rete autonoma dai canali tradizionali (peer-to-peer) e più riservata rispetto a essi.
L’uso che in questi anni viene fatto delle criptovalute ha mostrato che esse possono essere anche altro ed ecco che sono state definite commodity, ma in alcuni casi specifici sono state definite anche titoli (vedasi la distribuzione dei token a seguito di ICO, STO, ecc.).
A questo punto vogliamo quindi domandarci se le criptovalute fanno parte della rivoluzione fintech, se rappresentano la fase attualmente più avanzata del processo evolutivo della tecno finanza o se le criptovalute solo intersecano la storia della tecno finanza ma poi vanno per la loro strada.
Quello che si può dire allo stato attuale, è che le tecniche che sono alla base del funzionamento delle criptovalute, che riassumiamo spesso semplificando molto in blockchain, sono utilizzate in via sperimentale in alcune infrastrutture informatiche che gestiscono le transazioni finanziarie dei mercati.
Alcuni tentativi di utilizzare i meccanismi di crittografia che Satoshi ci ha insegnato attraverso il sistema Bitcoin (e sue evoluzioni), sono in corso e questi sicuramente tra qualche anno entreranno a far parte della “dote” della tecno finanza migliorandone principalmente sicurezza dei dati contro le manipolazioni e quindi si spera maggiore trasparenza.
Seguendo la definizione di cosa è il fintech dato al FSB, possiamo allora lanciarci nel tentativo di considerare le criptovalute come parte del processo evolutivo della finanza, che oggi si fonde con le tecnologie informatiche divenendo fintech, quando le intendiamo come “prodotti” finanziari su cui investire e speculare.
E possiamo probabilmente affermare ciò appunto perché le criptovalute sono figlie della grande rivoluzione postata dalla tecnologia dell’informazione (IT), proprio quella che è alla base dell’attuale rivoluzione della finanza tradizionale.
Si può non essere in linea con questa riflessione.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.