Banca Centrale d’Australia taglia i tassi di interesse per sostenere la ripresa dell'inflazione e l'occupazione nel Paese.
La Reserve Bank of Australia (RBA), la Banca Centrale d’Australia, taglia i tassi di interesse dello 0,25% che passano dall’1,50%, all’1,25%. L’ultimo taglio sui tassi d’interesse del dollaro australiano risale al 2016, quello odierno è il livello più basso mai toccato in Australia.
La decisione è stata annunciata poche ore fa dal consiglio della RBA e reso noto dallo stesso Governatore Philip Lowe.
La decisione è stata presa a causa del permanere dei rischi di instabilità economica globale causati dalla guerra commerciale, che causa una debolezza nella crescita del commercio internazionale. Anche se le prospettive dell’economia globale restano positive, dice il comunicato della RBA, l’incertezza mondiale sta frenando gli investimenti in vari paesi.
Il comunicato cita la Cina, dove le autorità di governo hanno adottato misure di stato per sostenere l’economia, così da attutire l’onda d’urto generata dalla guerra commerciale con gli USA.
Secondo la RBA, poi, l’inflazione nelle economie avanzate è contenuta ed i tassi di disoccupazione sono bassi, mentre crescono le retribuzioni.
La RBA ritiene che tagliando ulteriormente il costo del denaro, contribuirà a ridurre velocemente la disoccupazione nel paese, e aiuterà l’economia a mantenere l’inflazione un po’ più alta dei livelli attuali.
La Banca Centrale d’Australia monitorerà la situazione e si tiene pronta ad intervenire ancora per sostenere la crescita del paese. In particolare l’inflazione è prevista in ripresa rispetto alla condizione di debolezza attuale, essa dovrebbe viaggiare al ritmo del +1,2% nel 2019 e al 2% nel 2020.
La Banca Centrale d’Australia prevede che il Pil australiano crescerà del 2,75% sia nel 2019 che nel 2020. Una prospettiva, dice il comunicato della RBA, sostenuta da maggiori investimenti in infrastrutture e da una ripresa dell’attività nei settori primari.
Il Pil crescerà anche grazie alle esportazioni, ed all’aumento dei prezzi sui beni esportati.
Da un punto di vista della domanda interna, i consumi delle famiglie vivono un periodo di contrazione e di incertezza. Il motivo è dovuto ad un lungo periodo in cui il reddito è cresciuto poco e i prezzi delle abitazioni sono calati.
In prospettiva, però, la RBA prevede un aumento dei redditi delle famiglie, che dovrebbe sostenere i consumi.
Aumentata significativamente l’occupazione, anzi, in molte zone del Paese restano posti vacanti perché c’è elevata carenza di competenze.
Il tasso di disoccupazione è intorno al 5%, ma ha anche raggiunto il 5,2% nel mese di aprile 2019.
Grazie alla crescita dell’occupazione, o in concomitanza con essa, si sono registrate in Australia aumenti medi degli stipendi, prosegue la Banca Centrale d’Australia. E si prevede che i salari aumenteranno gradualmente ancora un po’.
Il ritmo di crescita, conclude la RBA, fa pensare che il tasso di disoccupazione calerà ulteriormente.
Il dollaro australiano, rispetto all’euro, vale al momento 0,62 euro; mentre rispetto al dollaro USA vale 0,69 USD. Negli ultimi due anni il dollaro australiano vive una fase di debolezza, fattore che sta avvantaggiando il paese nelle esportazioni.
Se, infatti, nel 2017 si acquistavano 1,38 AUD con un euro, oggi si acquistano 1,62 AUD.
La Borsa di Sydney ha chiuso in risalita dello 0,08%, con l’indice ASX All Ordinaries in aumento dello 0,09% a 6.416,7 punti base. Cresce anche l’indice S&P/ASX200 dello 0,2% a 6.332,4 punti; l’indice A-VIX perde il 4,7% e scende a 15.366 punti base.
Metcash Ltd: +3,38% (3,06 AUD).
Abacus: +3,09% (4 AUD).
Eclipx: 2,99% (1,38 AUD).
GPT: +2,94% (5,96 AUD).
Bega: +2,77% (4,82 AUD).
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.