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AliExpress punta al Made in Italy e apre una sede in Italia

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 17, 2019, 11:48 GMT+00:00

Arriverà presto in Italia la piattaforma di e-commerce cinese AliExpress e farà da volano mondiale per il Made in Italy, Leggi perché è una grande opportunità per artigiani e imprese esportatrici di Made in Italy.

AliExpress

Il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba Group, punta al mercato italiano per vendere il Made in Italy nel mondo con una piattaforma di commercio elettronico simile ad AliExpress che sarà operativa da marzo 2019.

La piattaforma farà da punto di riferimento per la vendita online del Made in Italy in Europa e nel mondo, direttamente dal produttore al consumatore. Previsto un volume di affari da miliardi di euro e una previsione d’investimento di 5 – 10 anni.

Ad annunciarlo è l’agenzia di stampa Ansa che ha intervistato Wang Mingqiang, direttore generale di AliExpress, la piattaforma di e-commerce cinese famosa in tutto il mondo per essere il punto di riferimento dove acquistare prodotti Made in China direttamente dalle aziende produttrici.

Wang in Italia: impressionato dal nostro sistema produttivo

Wang ha visitato a più riprese l’Italia e nei suoi tour è entrato in numerose aziende dove si produce Made in Italy di qualità. Durante l’intervista rilasciata all’Ansa, Wang si è detto positivamente impressionato dal nostro modello produttivo, fatto di piccole aziende che producono in loco prodotti artigianali di alta qualità e in molti casi venduti direttamente al consumatore finale.

Wang ha toccato con mano la lavorazione fatta a mano nelle piccole aziende del tessuto industriale italiano, ed ha apprezzato la qualità, il design unico e il “prezzo ragionevole” come ha affermato.

La visita alla fabbrica di abbigliamento

Il manager cinese è rimasto particolarmente colpito dalla visita a una fabbrica di produzione di capi di abbigliamento da uomo, in cui ha visto “laboratori di produzione nel retro e showroom all’ingrosso davanti”, ha raccontato all’Ansa.it.

Egli è convinto che i prodotti italiani possano avere successo non solo in Italia, ma addirittura in Cina. La potenziale apertura di un canale di vendita del Made in Italy in Cina (a cui Alibaba lavora già da anni) è una opportunità interessante, che ristabilirebbe un certo equilibrio commerciale che negli ultimi decenni è stato piuttosto a senso unico.

I tempi sono maturi

I tempi sono maturi afferma il numero uno di AliExpress. Sono maturi perché crescono i compratori sulla piattaforma, passati dai 100 milioni del 2017 ai 150 milioni del 2018, afferma durante l’intervista. Ma i tempi sono maturi anche perché il potere di acquisto dei cinesi è migliorato negli anni e un numero crescente di cinesi può ora permettersi di acquistare prodotti stranieri prima destinati solo ai ricchi.

Sono maturi i tempi per guardare al miliardo di persone che vivono in Cina, il cui bagaglio di conoscenze culturali si è ampliato accanto alle possibilità economiche. Un numero crescente di cinesi cerca prodotti di qualità e dal design unico.

Il sistema produttivo italiano ha una grande opportunità davanti a sé.

Il sistema vincente di AliExpress

AliExpress si differenzia da marketplace come Amazon per una caratteristica in particolare: la vendita di merce dal produttore al consumatore.

Mentre su Amazon il business-to-consumer è una delle strategie, AliExpress ne ha fatto il suo core business, aiutando migliaia di aziende cinesi a vendere il surplus di prodotti, e in particolare le componenti di ricambio per i dispositivi elettronici che abbiamo nelle nostre case.

Essere Glocal

Essere Glocal, questa la filosofia di fondo di Jack Ma, fondatore di Alibaba.

Produrre in locale, in un territorio ben riconosciuto e dal quale il prodotto trae culturalmente i tratti caratteristici che lo distinguono dagli altri, per poi essere venduto in tutto il mondo attraverso uno dei canali di vendita più potenti al mondo: Internet.

Le aziende del Made in Italy italiano sono avvisate: AliExpress sta arrivando anche in Italia e non è una minaccia, ma una opportunità enorme.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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