Il prezzo del petrolio greggio WTI ha subito un nuovo arretramento, mentre il tenue rimbalzo del gas naturale fa riflettere sulle esigue prospettive rialziste.
Ancora una volta, il prezzo del petrolio greggio WTI è stato costretto a retrocedere sotto il supporto principale di 75 dollari al barile nel corso dell’ultima sessione di scambi, ritirandosi proprio in fase di chiusura.
Il gas naturale, invece, ha raggiunto nuovi minimi prima di far scattare un timido recupero del +2,5% al momento della scrittura, intorno al livello di 2,3 dollari. Si è compreso così che ci sono possibilità di rimbalzo dal supporto, ma un recupero di questa entità non sarà certo determinante per evitare nuovi ribassi.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 74 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 2,33 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe proseguire verso l’area di lateralità attuale, mantenendosi stabile sopra il livello di supporto di 72 dollari, ma relativamente volatile tra i 72 e i 78 o 78,5 dollari.
Certo, il superamento del supporto a 75 e il nuovo test dei minimi relativi evidenzia le difficoltà, per il texano, di costruire una base di accumulo sulla resistenza di 80 dollari. E badate bene, a mio modo di vedere quella dell’accumulazione sul target principale rappresenta la sola possibilità di ripresa nelle prossime settimane, considerando la scarsa ampiezza dei rimbalzi.
Rimandando ulteriormente i rialzi sopra gli 80 dollari a una stagione più rosea per il prezzo del petrolio greggio WTI, posso quantomeno fissare a 76,5 una prima resistenza da superare (dopo il baricentro di 75$) per offrire maggiori possibilità di tenuta contro eventuali altri arretramenti.
Per quanto concerne il gas naturale, come sopra accennato, abbiamo potuto assistere a un tentativo di rimbalzo repentino eppure tutt’altro che efficace. Dal nuovo minimo relativo di 2,12, ieri, la commodity si è infatti spinta al rialzo fino a 2,37 dollari.
Come il lettore comprenderà, non è questo il tipo di rimbalzo che ci si attendeva il mese scorso, quando io stesso sostenevo che il gas naturale avrebbe potuto tentare un’improvvisa sortita rialzista dopo il test dei minimi.
Così non è stato, e la forte pressione presente sul mercato già da almeno due mesi impone cautela: già da settimane, un definitivo break-out sotto i 2 dollari non pare più tanto inverosimile.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.