Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano in forte calo verso i 55 dollari al barile, mentre il gas naturale è in bilico sui 3,5 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in forte calo con l’aggravarsi della crisi commerciale in corso tra USA e Cina dopo i dazi di Trump e le contromisure avviate da Pechino.
L’andamento tecnico vede un aggravarsi del ribasso anche fino ai supporti intermedi di 55 e 53,5 dollari al barile, con scarse possibilità di ripresa troppo oltre i 60 dollari.
Il gas naturale, invece, si trova esattamente sulla linea dei 3,5 dollari tondi e potrebbe ora tentare una stabilizzazione su questa fascia intermedia.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 57,73 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,5 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha continuato a spingersi al ribasso fin sotto i 58 dollari al barile, su nuovi minimi relativi. La commodity potrà superare anche questo supporto intermedio per testare i target immediatamente successivi a 57,2 e 56,4 dollari, prima dell’eventuale target successivo a 55 dollari.
Le possibilità di ripresa sono ancora ridotte, ma ritengo di poter fissare a 60 dollari l’estensione dei rialzi. Oltre questo valore, il prezzo del petrolio greggio potrà forse spingersi tra i 61,2 e i 62 dollari, ancora ben lontano da tutti gli indicatori tecnici più rilevanti.
Il prezzo del gas naturale sta tentando di frenare i ribassi sul supporto intermedio di 3,5 dollari. In caso di break-out, oltre questo target di prezzo si trova un gap tecnico molto esteso, che potrebbe generare un ampio tracollo delle quotazioni.
Precisamente, in caso di arretramento sotto i 3,5 dollari il prezzo del gas naturale potrebbe retrocedere fino all’EMA a 200 periodi individuabile a 3,28 dollari al barile. Da qui, ulteriori stimoli ribassisti rischierebbero di riportare la commodity sul supporto tondo a 3 dollari, ovvero sui minimi da fine Gennaio.
Per scongiurare questo scenario, il prezzo del gas naturale dovrà riuscire a mantenersi stabile sopra i 3,5 dollari e tentare un parziale recupero. L’obiettivo rialzista più agevole da raggiungere si trova a 3,8 dollari, mentre escludiamo un rimbalzo fin oltre i 4 dollari tondi.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.