Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane stabile, mentre il gas è già sopra 2,7$, ma potrebbe incontrare ora una maggiore pressione ribassista.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non ha subito particolari scostamenti nel corso dell’apertura di ieri, mantenendosi stabile sopra i 75 dollari al barile. Il contesto tecnico attuale conferma una ridotta volatilità e indica la possibilità di un proseguimento della fase laterale ta i 72,5 e i 77,5 dollari anche per l’intera settimana.
Il gas naturale, invece, sta proseguendo nel suo tentativo rialzista che, a differenza di quanto inizialmente ipotizzato anche dal sottoscritto, non costituisce un rimbalzo ma una lenta arrampicata rialzista.
A brevissimi passi, il gas naturale sta infatti riprendendo quota fino al possibile target di 2,8/3 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 76,1 dollari al barile, mentre il gas naturale è già sopra i 2,7 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe dunque proseguire nell’area superiore della banda di lateralità, verosimilmente tra i 75 e i 78 dollari al barile.
Fondamentale sarà proprio il mantenimento del supporto ritrovato a 75 dollari, per permettere al petrolio greggio WTI di continuare ad avanzare al rialzo.
Il target rialzista principale, in tal caso, sarebbe il livello di 80 dollari, che continua però a mostrare un’ampia pressione di vendita alle sue spalle. Allo stato attuale, considerando anche il contesto globale e la pandemia in Cina, non credo vi siano le condizioni per un rialzo sostenuto e duraturo sopra gli 80 dollari al barile.
Mi pare invece più verosimile assistere (nell’ipotesi più estrema) a un eventuale nuovo break-out anche fino agli 82, 83,5 o 84 dollari, seguito poi da un repentino ritracciamento fin sotto i 75 dollari e probabilmente anche oltre.
Nell’ipotesi di ampi ribassi, attenzione all’eventuale rottura del supporto di 72 dollari, che riporterebbe il petrolio greggio WTI a testare nuovi minimi da oltre un anno, sotto i 70 dollari.
Il prezzo del gas naturale continua invece la sua ripresa e potrebbe agevolmente raggiungere lo scalino successivo di 2,75 e 2,8 dollari già nel corso della settimana, se il supporto attuale a 2,7 sarà consolidato.
In questo scenario, appare evidente come anche la minima notizia fondamentale possa interrompere il lento incedere del gas naturale, che prosegue come per inerzia, con un graduale incremento dei volumi d’acquisto nella speranza di superare presto i 3 dollari.
Ipotizzando dunque condizioni di mercato costanti e l’assenza di market movers di rilievo, ritengo che il prezzo possa presto tentare un accumulo in area 2,8 dollari e poi, in caso di break-out verso i 3 dollari.
L’eventuale pressione ribassista potrebbe però farsi largo già sopra il primo di questi due target rialzisti, costringendo il gas a una brusca retromarcia.
A tal proposito, al ribasso attenzione al livello di supporto di 2,5 dollari, il cui superamento riaprirà la fase di test dei minimi relativi.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.