Il prezzo del petrolio greggio WTI dovrà guardare a un recupero almeno sui 62 dollari al barile, mentre il gas naturale scivola sotto i 3,5 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora in pieno territorio ribassista, appena sopra la linea di difesa dei 60 dollari tondi, già testata a dovere. Nella scorsa chiusura settimanale abbiamo però osservato dei lievi tentativi di ripresa, che potrebbero perdurare per garantire alla commodity un consolidamento sopra i 62 dollari.
Anche il gas naturale ha proseguito il suo calo, scivolando fin sotto quota 3,5 dollari, con una contrazione settimanale del -7,45%. L’andamento tecnico rimane ribassista anche per questa materia prima, con prospettive per un break-out anche sotto i 3,5 dollari e verso i supporti successivi tra i 3,2 e i 3 dollari tondi.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 61,3 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,471 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe riprendere quota ulteriormente nel corso della settimana dopo il rinnovo delle sanzioni all’Iran, che potrebbero iniettare una certa spinta bullish a causa del crollo della produzione. Dall’altra parte, i dazi tra USA e Cina rimangono un fattore di debolezza per il prezzo della materia prima, che difficilmente riuscirà a invertire rotta e riconquistare i target di 70 e 80 dollari al barile nel brevissimo termine.
Per la settimana che si apre quest’oggi, ritengo di poter fissare a quota 63,5/63,8 dollari al barile l’obiettivo rialzista principale. Ulteriori rialzi verso i 65 dollari potrebbero anche verificarsi, ma rischierebbero di essere riassorbiti velocemente dal mercato.
Se i fattori ribassisti dovessero avere la meglio contro le attese sulla contrazione dell’offerta (dopo le già citate sanzioni all’Iran), allora il prezzo del petrolio potrebbe subire ulteriori cali. Il supporto a 60 dollari si è mostrato solido, ma ulteriori tentativi potrebbero riuscire a forarlo per proseguire verso i 59,2 e 58,5 dollari al barile.
Per il gas naturale non si scorgono al momento elementi fortemente rialzisti a sostegno di una ripresa; al contrario, il supporto a 3,5 dollari potrebbe essere definitivamente infranto già nel corso di questa settimana, per riportare la commodity sui minimi della scorsa settimana (3,358$) o persino oltre.
Tutti gli indicatori tecnici testimoniano ancora la permanenza di una forte pressione ribassista, con l’EMA a 50 giorni a 3,860 dollari. Nuovi arretramenti potrebbero però spingere il gas naturale fin sotto l’EMA a 200 giorni, attualmente a quota 3,289 dollari.
Questo livello tecnico rappresenta l’obiettivo ribassista principale, che aprirebbe le porte al test del supporto principale e psicologico di 3 dollari tondi.
Per evitare questo scenario ribassista, il gas naturale dovrà reggere quest’oggi la pressione sotto i 3,5 dollari e, se possibile, recuperare quota almeno fino alle resistenze intermedie di 3,62 e 3,65 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.