Il prezzo del petrolio greggio WTI continua a guardare ai 72 dollari, mentre il gas naturale sta perdendo quota fin sotto i 4 dollari tondi
Il prezzo del petrolio greggio WTI è riuscito a mantenersi rialzista nella giornata di ieri, ampiamente sopra i 70 dollari al barile e già diretto verso una resistenza intermedia molto coriacea, a quota 72 dollari. La reazione del mercato a questo target di prezzo sarà fondamentale per poter tracciare una previsione più accurata per il secondo trimestre dell’anno.
Il gas naturale, invece, ha perso quota in maniera significativa, ma non si è esteso in direzione ribassista ampiamente sotto il supporto di 4 dollari tondi. Un definitivo break-out sotto questo livello potrebbe definitivamente invertire la tendenza attuale e riportare il gas naturale in una fase di crisi, sui minimi mensili di 3,75 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI passa di mano a 71,23 dollari al barile e il gas naturale segna 3,947 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora in territorio rialzista e potrebbe tentare in giornata un allungo fino al target intermedio di 72 dollari al barile. Su questo livello intermedio si cela una certa pressione ribassista, che potrebbe rivelarsi eccessiva per la materia prima.
Se tuttavia il prezzo del petrolio greggio dovesse riuscire a infrangere definitivamente questa resistenza, allora l’estensione rialzista potrebbe avvicinarci anche al target successivo di 73,5 dollari al barile (passando per i livelli di 72,5 e 72,8 dollari al barile).
In particolare, il target di 72,5 dollari rappresenta il livello rialzista più interessante e da monitorare da ora in avanti, perché coincide con l’EMA a 200 giorni. Un ritorno sopra questo valore (anche se tutt’altro che agevole) garantirebbe ulteriore spinta alla ripresa del petrolio greggio WTI.
Il prezzo del gas naturale, diversamente dal petrolio greggio, sta scivolando al ribasso dopo un secondo tentativo di ripresa. Nuovi arretramenti potrebbero riportare la materia prima sui recenti minimi mensili a 3,75 dollari.
In caso di break-out ribassista, ulteriori cali potrebbero arrivare a coinvolgere anche i supporti di 3,5 e 3,2 dollari, prima del livello tondo e psicologico di 3 dollari.
Per scongiurare questo scenario, agevolato anche da temperature più calde del previsto in America, il gas naturale dovrà trovare sostegno sul baricentro di 4 dollari e tentare l’avvio di una stabilizzazione.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.