Oro, Argento e Platino in territorio positivo dopo la caduta di ieri sui minimi di inizio anno.
Giornata di contrattazioni positive per Oro, Argento e Platino; i tre metalli preziosi guadagnano rispettivamente: lo 0,6% l’oro a 1250 dollari l’oncia; punto percentuale l’argento invece che è sempre sotto i 16 dollari; il 2,5% il platino in grossa ripresa a 835 dollari.
Complice una debolezza generale del dollaro, con il dollar index in calo dello 0,3% su base giornaliera, i tre metalli preziosi sono rimbalzati dai minimi storici del 2018, con il Platino che era ieri rovinosamente fino ai minimi dal Gennaio 2016 e che oggi invece guadagna nuovamente terreno.
I dati dei recenti rapporti COT (Commitments of Traders) indicano cambiamenti senza precedenti nella concentrazione e nel posizionamento di JPMorgan che riacquista un massiccio numero di contratti d’oro a breve termine sproporzionati rispetto a qualsiasi cosa vista in precedenza. Mentre è abbastanza ampiamente noto che la struttura del mercato COMEX per l’oro è estremamente rialzista, grazie alla vendita di denaro gestito e agli acquisti molto aggressivi da parte dei commercianti, è invece praticamente sconosciuto quale ruolo speciale ha giocato JPMorgan nel processo.
JPMorgan è stato, di gran lunga, il maggiore acquirente singolo di contratti future su oro COMEX nell’ultimo mese e mezzo ed in particolare nelle ultime tre settimane di contrattazione, riacquistando quello che si stima essere un minimo di 50.000 contratti netti a breve e riducendo la sua posizione netta speculativa short a poco più di 40.000 contratti. È importante mettere in prospettiva questo numero di contratti d’oro COMEX: 50.000 contratti d’oro COMEX equivalgono a 5 milioni di once d’oro. Il mondo si siede e prende atto quando la Russia compra 600.000 once d’oro in un mese, come ha fatto il mese scorso; ma praticamente nessuno ha notato l’acquisto di JPMorgan di 5 milioni di once di oro in meno di un mese.
JP Morgan acquistatò quantità ancora maggiori di contratti d’oro in passato, come i 160.000 contratti che ha acquistato nel 2013, quando ha trasformato la sua piccola fetta di mercato in oro di 75.000 contratti in una ben più grande quota di mercato di 85.000 contratti.
La Cina ha ordinato ai media statali di censurare i commenti del Presidente Donald Trump e degli altri funzionari statunitensi, mentre tra i due paesi si profila una guerra commerciale senza sconti.
Un avviso di propaganda, pubblicato sui media cinesi e diffuso online sabato, elenca una serie di restrizioni imposte agli organi di stampa e relative al “conflitto commerciale” tra Cina e Stati Uniti.
“Non inviate i commenti da Trump, dei portavoce del governo degli Stati Uniti o dei loro funzionari; non trasmettete notizie o commenti degli Stati Uniti sulla guerra commerciale senza avere riscontro dal Ministero del commercio”, questo quanto richiesto secondo China Digitial Times .
“Non contrattaccare la volgarità di Trump e non fare di questi gesti una guerra di insulti”, hanno riferito.
Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina ha visto una serie di dazi e minacce tariffarie fatte dai due paesi. E mentre alcune aziende dicono che si stanno preparando per il peggio nelle città e nei paesi degli Stati Uniti, sembra che la Cina stia cercando di mantenere segrete le notizie di escalation di una guerra commerciale ai suoi cittadini.
“Tutti i media dovrebbero prepararsi bene per un conflitto prolungato, non seguire le dichiarazioni fluttuanti delle parti americane”, ha aggiunto l’avviso.
L’avviso ha anche fornito indicazioni ai giornalisti cinesi sull’imminente copertura, compresi gli esperti della China Securities Regulatory Commission che “guidano il coro nella stabilizzazione delle aspettative del mercato” e la necessità di concentrarsi sui “punti di equilibrio economici” utilizzando “importanti pagine di posizionamento” e interviste “esperti raccomandati da ciascun dipartimento.”
L’avviso di censura ha anche rafforzato il fatto che i media non devono menzionare “Made in China 2025”, una politica industriale che vuole vedere la Cina spostare la sua produzione in industrie di valore più elevato, tra cui robotica, aerospaziale, biomedicina, reti 5G e veicoli a risparmio energetico.
Il Platino è rimbalzato sul supporto in area 820 dollari e con il guadagno di oggi si appresta immediatamente ad affrontare la resistenza di breve posta in area 878 dollari; un eventuale salita oltre questo livello riporterebbe il platino sopra i 900 dollari e dunque pronto a ri-testare i massimi a 1020.
L’oro è a 1250 dollari l’oncia e la tenuta del supporto a 1242 dollari l’oncia lascia ben sperare per una ripresa dei 1280 dollari.
L’argento ha invece sul settimanale rotto al ribasso il triangolo che inglobava i prezzi da lungo periodo; siamo ancora sotto i 16 dollari e nel breve sarà difficile rivedere un rally rialzista come quello di qualche settimana fa
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.