Il cambio euro dollaro riesce tutto sommato a riprendere quota, ma gli obiettivi rialzisti sono ancora ben lontani e il carburante potrebbe esaurirsi già verso 1,035.
Il cambio euro dollaro sta tentando come possibile di riportarsi sopra i minimi relativi a 1,02 e verso il margine superiore dell’area di ipervenduto in cui è scivolato già da diverse settimane.
Le prospettive di ripresa, come evidenziato in precedenti analisi, si esauriscono quasi certamente sul target di 1,04. Non ritengo plausibile rimbalzi molto più ampi di così, al massimo fino ai livelli di 1,042 e 1,045. Anche il raggiungimento del target di 1,05 risulta difficoltoso in uno scenario in cui ogni dichiarazione di Trump e ogni dato macro statunitense può contribuire a segnare nuovi massimi per l’indice del dollaro USA.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro segna 1,0297.
Come sopra accennato, il microtrend di ripresa del cambio euro dollaro potrebbe avere vita breve. Difatti, i tentativi di recupero non sono riusciti a riportare il cross nemmeno sopra l’area di 1,035 (ancora in pieno territorio di ipervenduto) e i dati macro in arrivo oggi potrebbero gravare ulteriormente su questa già fragile ripresa.
Insistendo però nell’analisi rialzista, possiamo individuare a 1,035 una prima resistenza, seguita dai livelli di 1,038 e 1,04. La soglia di prezzo più rilevante è però rappresentata dal target di 1,0493 che (oltre a rappresentare il corridoio d’accesso all’area sopra 1,05) coincide con l’EMA a 50 giorni. Un superamento di questo indicatore potrebbe effettivamente accelerare la ripresa, ma il suo raggiungimento appare ancora improbabile.
Guardando infatti allo scenario ribassista, nuovi arretramenti sotto 1,02 rischierebbero di causare un nuovo collasso del cambio euro dollaro con obiettivo finale rappresentato dalla fatidica parità a 1,0.
Sostenere questo scenario opposto mi pare altrettanto azzardato, ma un calo più misurato, sotto 1,02, potrebbe verificarsi in qualsiasi momento.
Il calendario economico di oggi parte con i prezzi all’ingrosso tedeschi e la variazione del PIL. Entrambi questi dati sullo stato di salute dell’economia regina dell’UE potrebbero rivelarsi decisivi, così come la produzione industriale a livello dell’Eurozona.
Dagli USA, attenzione ad alcuni discorsi di membri della Federal Reserve e al tasso d’inflazione aggiornato, che potrà certamente influire sulle attese del mercato in merito ai tassi d’interesse.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.