Investire nel fotovoltaico è ancora conveniente? Affrontiamo l'argomento partendo dai competitor energetici del fotovoltaico e presentando i nemici.
Dopo la sbornia da rinnovabili del 2022, investire nel fotovoltaico è ancora conveniente, mentre il carbone riprende quota e si cercano nuovi giacimenti di petrolio e di gas naturale?
La risposta alla domanda non trova unanimità e lo si può riscontrare nei vari report che periodicamente vengono pubblicati dalle società di analisi in collaborazione con società del settore energetico.
Il Global Gas Report (GGR) 2024 presentato dall’International gas union (Igu), Snam e Rystad Energy, ad esempio, scrive che: “Se le attuali tendenze della domanda e dell’offerta di energia persistono, gli obiettivi al 2030 delineati negli scenari di decarbonizzazione guidati dalle politiche resteranno molto probabilmente irrealizzati”.
Dunque si fa fatica a sostituire le materie prime fossili con le tecnologie rinnovabili per produrre energia. Tuttavia ecco alcune osservazioni da fare quando si parla di transizione energetica.
Per quanto il gas naturale sia criticato dagli ambientalisti perché resta un combustibile fossile, esso emette il 50% in meno di CO2 del carbone e il 30% in meno del petrolio.
In una fase dove gli investimenti in transizione energetica sono partiti, ma non mancano i passi indietro e le incertezze, ecco che il gas naturale resta una fonte di approvvigionamento indispensabile.
E proprio a causa di una transizione energetica verso le rinnovabili che non riceve tutta la spinta che meriterebbe, il gas naturale resta una fonte di energia necessaria.
Il biometano è uno dei competitor del fotovoltaico che non ha ancora espresso tutta la sua capacità. Considerato un sostituto diretto del gas naturale, la sua portata è “significativamente inferiore al suo potenziale”.
Il biometano viene prodotto in Europa e Nord America, ma Cina e India presto potrebbero emergere come nuovi importanti hub di produzione dell’alternativa al gas naturale.
Dunque non il fotovoltaico e l’eolico come alternativa al gas naturale, ma il biometano.
Anche le tecnologie di cattura della CO2 vanno considerate in competizione con le energie rinnovabili e dunque con il fotovoltaico. Gli investimenti nei sistemi di cattura di carbonio sono considerati da molte aziende del settore energetico come cruciali per la transizione energetica, e in particolare “nella decarbonizzazione dell’offerta di energia” nei settori dove le emissioni sono difficili da abbattere.
Senza dimenticare che in futuro potrebbero “emanciparsi” anche le tecnologie per produrre energia pulita e perenne dal moto ondoso e dalle maree. Gli investimenti nelle tecnologie del moto ondoso non sono paragonabili a quelli nel fotovoltaico e nell’eolico, ma soluzioni pratiche sono già disponibili e non potranno che svilupparsi nei prossimi anni.
Se una nazione intende muoversi verso le zero emissioni dove guarderà? In alcune nazioni, tra cui l’Italia, nel 2022 si è discusso molto di energia prodotta dalle centrali nucleari.
In effetti gli investimenti nel nucleare di quarta generazione sono in corso, tuttavia quali sono i tempi? Al momento il nucleare di quarta generazione è in una fase di sperimentazione, per così dire, “creativa”. Nel senso che non esiste una tecnologia e una soluzione unica, ma tante opzioni non ancora realizzate.
Nel concreto, ci vorranno ancora anni prima di poter avere centrali nucleari di quarta generazione, ovvero quelle su cui uno Stato sano di mente dovrebbe puntare se vuol garantire la massima sicurezza ai cittadini.
Tuttavia restano i costi da affrontare. Quanto costa una centrale nucleare di quarta generazione? Miliardi di euro.
In definitiva, prima di poter avere un solo kilowatt di energia a zero emissioni dalle centrali nucleari di quarta generazione, servono decenni e tanti soldi.
Con il fotovoltaico, invece, in poche settimane si possono costruire centrali di alcuni megawatt. E con il fotovoltaico off-shore, cioè collocato su piattaforme galleggianti, sarà possibile installare i pannelli anche in zone marine lontane dalle coste.
Oltre alla praticità e velocità con cui si possono costruire delle centrali fotovoltaiche, non bisogna dimenticare che i pannelli fotovoltaici possono essere installati anche sui tetti delle fabbriche, delle abitazioni civili, delle pubbliche amministrazioni.
Con i pannelli fotovoltaici possono anche essere create le coperture per le aree parcheggio all’aperto.
In Italia è ormai a regime la normativa sulle comunità energetiche che permette a privati cittadini, aziende e Comuni di unirsi per installare impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici per autoprodursi l’energia elettrica.
E non dimentichiamo l’agrivoltaico, cioè la possibilità di costruire impianti fotovoltaici sui campi agricoli coltivati. Ad esempio, Enel Green Power, parte di Enel (ENEL), ha avviato in tre siti (USA, Spagna, Grecia) degli impianti agrivoltaici a protezione delle arnie degli apicoltori. Nei mesi di eccessiva insolazione, poi, i pannelli fotovoltaici fanno da ombreggiamento alle coltivazioni sottostanti garantendo una maggiore resa per l’agricoltore.
Il graduale passaggio alle auto elettriche è un ulteriore incentivo all’installazione di impianti fotovoltaici. Le aziende che nei prossimi anni sostituiranno il parco autovetture con veicoli elettrici, troveranno conveniente autoprodursi la corrente elettrica necessaria alla ricarica. Quindi sfrutteranno i tetti dell’azienda e le aree parcheggio all’aperto per installare pannelli fotovoltaici.
Ancora in prospettiva futura, vediamo l’idrogeno prendere il posto del gas naturale nella produzione di energia elettrica per i grandi siti produttivi come le acciaierie.
L’idrogeno muoverà le navi e gli aerei del futuro e servirà anche al riscaldamento delle case.
Ma come si produce l’idrogeno se non è disponibile allo stato libero? Una delle soluzioni è utilizzare l’eolico e il fotovoltaico per estrarre idrogeno dall’acqua di mare (per elettrolisi).
Il fotovoltaico non ha soltanto dei validi competitor, tra cui andrebbe inserito anche l’eolico, ha anche dei nemici. Tra essi alcuni sono legati agli eventi atmosferici estremi. Una grandinata eccezionale è capace di danneggiare irrimediabilmente la superficie dei pannelli fotovoltaici.
Anche una tromba d’aria può causare danni agli impianti fotovoltaici strappandoli dalla loro sede.
Sotto il profilo tecnologico, invece, il limite è costituito dai picchi di produzione. Può accadere che in un dato momento della giornata venga prodotta più energia di quella che serva. Affinché tale energia non crei problemi alle infrastrutture di distribuzione è necessario convogliare l’extra-produzione in appositi accumulatori. Tuttavia, gli accumulatori aumentano i costi di installazione e gestione di un impianto fotovoltaico.
Al netto delle difficoltà e delle incertezze, il fotovoltaico resta una delle due tecnologie di produzione di energia pulita da fonte rinnovabile più accreditata ed economica.
I grandi produttori di energia a livello globale che stanno puntando sulla decarbonizzazione non possono fare a meno del fotovoltaico, quindi continueranno a installare decine, se non centinaia, di MW (megawatt) di impianti fotovoltaici per raggiungere i loro obiettivi.
Del resto, come hanno fatto notare gli analisti di Goldman Sachs valutando gli investimenti futuri di Enel, ogni 1GW (gigawatt) di impianti rinnovabili installati può garantire alle società energetiche tra i 100 e 120 milioni di euro di ebitda aggiuntivo.
È compito dell’investitore di medio-lungo termine trovare le società energetiche quotate in Borsa meglio posizionate per trarre beneficio dagli investimenti nel fotovoltaico nei prossimi 5 – 7 anni almeno.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.