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Investire nei data center dove si ‘genera’ il nuovo oro

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 18, 2024, 05:53 GMT+00:00

Investire nei data center dove si genera il nuovo oro, ovvero il data mining rafforzato dalla grande evoluzione promessa dall'intelligenza artificiale.

Investire nei data center

Il data mining, cioè l’estrazione di informazioni da una grande quantità di dati registrati e catalogati, è una delle ricchezze a cui da anni puntano big tech e piccole e medie imprese d’ogni parte del mondo.

I data center rappresentano una parte rilevante dell’infrastruttura utilizzata per generare, registrare, catalogare e analizzare i dati al fine di estrapolare soluzioni, servizi, modelli previsionali.

Investire nei data center è come investire nel nuovo oro digitale, ancora di più da quando l’intelligenza artificiale (IA) ha dimostrato le sue capacità e potenzialità future. Ma l’IA non può nulla senza potenti computer costruiti appunto all’interno dei data center.

E di data center nei prossimi anni ne serviranno tanti, così tanti da far prevedere a Pictet Asset Management una esplosione di centri di elaborazione dati legati all’intelligenza artificiale nei prossimi anni.

Investire nei data center si rivela dunque una grande opportunità, ma non bisogna nascondere i rischi e le sfide da affrontare nei prossimi anni alla luce di notevoli trasformazioni in atto in molti settori industriali tra loro profondamente interconnessi.

Cosa si fa nei data center?

Un data center, o centro di elaborazione dei dati, è un luogo fisico (un edificio) dove viene approntata una infrastruttura tecnologia IT “per la creazione, l’esecuzione e la distribuzione di applicazioni e servizi, e per l’archiviazione e la gestione dei dati associati a tali applicazioni e servizi” (fonte: IBM).

Mentre agli inizi del percorso dei data center essi erano centri privati costruiti da aziende che li utilizzavano per i loro scopi esclusivi, il modello attuale e più diffuso si basa su data center gestiti da provider terzi che ospitano infrastrutture IT virtualizzate per l’uso condiviso da parte di molteplici aziende, entità pubbliche, e privati cittadini.

Diversi i tipi di data center disponibili:

  • Data center aziendali (on-premise);
  • Data center su cloud pubblico;
  • Data center gestiti e strutture di colocation.

I centri di elaborazione dati sono evoluti da un modello che prevedeva l’uso di hardware dedicato per far “girare” un programma, all’architettura cloud in cui le risorse hardware (processori, memorie) sono virtualizzate.

Forse non ce ne rendiamo conto, ma gran parte dei programmi e applicazioni software che utilizziamo quotidianamente dal computer di casa e lavoro e dallo smartphone, hanno un collegamento o sono operati da un’architettura cloud dislocata all’interno di un data center fisico.

Da qui nasce l’importanza per l’investitore di aprirsi alla conoscenza di questo ambito dell’industria IT, per comprendere meglio come può eventualmente investire in data center attraverso diversi canali.

Per farlo partiamo dai rischi, i quali ci apriranno alle opportunità che si celano dietro ogni sfida umana volta a progredire e a crescere.

I rischi per chi investe nei data center

Prima di effettuare un qualsiasi tipo di investimento è sempre bene porsi la domanda sugli eventuali rischi che ciò può comportare. Se il termine rischi non piace, possiamo chiamarle sfide future tuttavia il risultato non cambia di molto.

A seguire una serie di fattori di rischio di cui tenere conto prima di investire nei data center dell’intelligenza artificiale.

  • L’approvvigionamento di energia elettrica: al tempo della transizione energetica i data center non possono approvvigionarsi da centrali termoelettriche e devono necessariamente trovare soluzioni per produrre l’energia necessaria da fonti rinnovabili. Fotovoltaico ed eolico sono discontinui, mentre un data center lavora 24 ore al giorno. Affidarsi all’idroelettrico sarebbe l’ideale se molte regioni del pianeta non stessero soffrendo di lunghi periodi di siccità che prosciugano i bacini idrici d’acqua dolce. I data center dell’intelligenza artificiale sono energivori e bisognerà trovare soluzioni, tra cui prodursi in proprio almeno parte dell’elettricità richiesta (esiste anche l’energia prodotta dal moto ondoso).
  • Rete elettrica da adeguare: le reti elettriche attuali andranno adeguate alla maggiore richiesta di elettricità da parte dei data center.
  • Gestione termica e rischio incendi: pochi ricorderanno l’incendio al data center di Ovh a Strasburgo (Francia) nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2021, tuttavia è bene tenere a mente quell’evento perché senza una corretta gestione termica della componentistica elettronica, quest’ultima letteralmente va a fuoco. Le GPU utilizzate dall’IA, generano cinque volte l’energia termica delle CPU. Per tale motivo i data center dovranno pensare a soluzioni capaci di raffreddare le componenti hardware senza gravare eccessivamente sui costi operativi che potrebbero erodere sensibilmente i ricavi. Costruire data center a -15 metri sotto il livello del mare, dove le temperature sono stabilmente più basse potrebbe essere una soluzione possibile? In alternativa si potrebbero utilizzare pompe di calore geotermiche.
  • Calamità naturali: i data center installati in zone sismiche devono rispettare elevati requisiti di conformità per resistere a terremoti di magnitudo elevata. Non di meno è opportuno che i data center non siano realizzati in aree con potenziali rischi idrogeologici non controllabili dalle attuali tecniche ingegneristiche conosciute di contenimento del rischio e di manutenzione del territorio.

Di cyber security se ne parla già tanto e quasi diamo per scontato che sia un rischio di cui tenere conto quando parliamo di investire denaro in data center e in tutto ciò che riguarda l’industria dell’Information Technology. Ma è bene considerare tale rischio come non secondario.

Dalle sfide alle opportunità d’investimento nei data center per l’IA

Se questi sono i rischi e le sfide più evidenti e “calcolabili” di un investimento nei data center per l’IA, è anche vero che dalle criticità nascono opportunità.

Pensiamo in particolare alla gestione termica dell’hardware dei data center. Accanto alle soluzioni ad aria per il raffrescamento dei supercomputer, si stanno affermando soluzioni che fanno affidamento sul raffreddamento liquido.

Gli esperti dell’overclocking dei pc conoscono da lungo tempo le soluzioni di raffreddamento basato su circuiti liquidi che, uniti a sistemi di ventole, aumentano la dissipazione del calore: un sistema concettualmente non molto differente dal circuito di raffreddamento di un motore endotermico.

Tutte le aziende che si occupano di gestione termica della componentistica elettronica sono da considerare potenziali opportunità di investimento, in particolare quelle che più investono in soluzioni tecniche innovative e a risparmio energetico (che fa rima con riduzione dei costi operativi).

L’immobiliare commerciale per i data center in pole position

Già sul finire del 2021 avevamo scritto dell’opportunità di investire in data center attraverso l’immobiliare. Tale prospettiva da allora si è rafforzata con le prospettive di espansione di soluzioni e servizi basati sull’IA che richiederanno l’ampliamento degli attuali data center e la costruzione di nuovi.

Secondo Pictet Asset Management nel 2023 i canoni di noleggio dei data center sono aumentati del 18,6% e, se la domanda dovesse crescere al di sopra della disponibilità di strutture idonee, i prezzi potrebbero aumentare ulteriormente.

E se l’intelligenza artificiale fosse una bolla?

Già dal 2023 alcuni analisti finanziari hanno messo in guardia gli investitori affermando che l’eccessiva crescita dei valori di Borsa delle società legate all’intelligenza artificiale avrebbe potuto condurre a una supervalutazione dei risultati di bilancio.

Nella seconda metà del 2024 questa analisi è stata riconfermata, anche alla luce dei rischi di una recessione favorita dal crollo delle Magnifiche 7 e dello yen.

Il rischio di un’importante correzione dei titoli legati all’intelligenza artificiale è un’ipotesi di cui tenere conto, tuttavia è altrettanto importante considerare che la correzione non implicherà la fine dell’IA e della sua crescita.

La strada è tracciata, si va verso servizi basati sull’IA e soluzioni di predizione basate sugli algoritmi intelligenti.

Dai servizi di emergenza governativi che implementano l’IA nel calcolo dei rischi e conseguenze di una calamità naturale, alle forze di polizia che utilizzano l’IA per individuare evasori fiscali e criminali pericolosi, passiamo all’utilizzo nel campo della medicina (oncologia e non solo), della ricerca scientifica e così via.

Concludendo

Investire nei data center significa passare attraverso l’immobiliare, le società dell’intelligenza artificiale, le società di gestione dell’infrastruttura hardware e software.

Al netto dei rischi oggettivi e delle correzioni di mercato sempre possibili, una esposizione agli investimenti in data center potrebbe dare soddisfazioni sul lungo periodo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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