Dedichiamo questa settimana una intera guida alle opportunità d’investimento nel caffè, una delle materie prime il cui valore, e la cui importanza,
Dedichiamo questa settimana una intera guida alle opportunità d’investimento nel caffè, una delle materie prime il cui valore, e la cui importanza, sostiene una economia mondiale rilevante.
Conoscerai il ruolo dell’International Coffe Organization, i principali indici del settore e dove leggere il prezzo del caffè in tempo reale. La seconda parte dell’articolo è un approfondimento utile per quanti vorrebbero saperne di più prima di investire nel caffè.
Non si può investire nel caffè, senza prima conoscere l’Organizzazione internazionale che a livello globale cura gli interessi del mercato.
L’ICO è per il caffè l’organizzazione intergovernamentale di riferimento, infatti, i membri rappresentano il 98% della produzione mondiale e il 67% dei consumatori.
I membri esportatori sono 44, ed i membri importatori iscritti sono 6 (dati aggiornati giugno 2018). Gli stati europei appartenenti all’UE, sono contati come uno nella lista dei paesi importatori.
L’ICO è nata a Londra nel 1963, sostenuta dalle Nazioni Unite, per dare impulso all’importanza del caffè nell’economia mondiale. A questa organizzazione è affidato anche il compito di redigere l’Accordo internazionale sul caffè (ICA – International Coffee Agreement), il cui ultimo aggiornamento risale al 2007 ed è entrato in vigore a partire dal 2 febbraio 2011.
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L’ICO Indicator Prices è l’indicatore di riferimento per conoscere i prezzi delle varietà di caffè “tradate” in borsa.
L’indicatore ICO include:
I prezzi sono aggiornati, non in tempo reale, alla seguente pagina web del sito ufficiale ICO: http://www.ico.org/prices/pr-prices.pdf (pagina formato .pdf).
Visita la nostra pagina dei prezzi dedicata alle materie prime, per leggere in qualsiasi momento il prezzo del caffè (KC) in tempo reale.
Chi produce il caffè nel mondo? 5 i maggiori produttori:
Sul totale sono oltre 70 le nazioni produttrici di caffè.
Il Brasile è il maggior produttore mondiale. Sul caffè il paese “carioca” ha basato una parte rilevante della sua economia. Nel paese latino americano le piantagioni sono state introdotte dai francesi nel XVIII secolo.
Non solo riso per il Vietnam, diventato produttore di caffè a partire dal 1980, la produzione è aumentata al ritmo del 20% e del 30% annui negli anni ‘90. Nella stagione 2017/2018 il paese asiatico ha prodotto 1,76 milioni di tonnellate di caffè collocandosi al secondo posto e superando l’Indonesia terzo paese (con 1,5 milioni di tonnellate) e la Colombia quarto paese produttore al mondo con 864 mila tonnellate.
Oltre al classico strumento dei CFD, gli investitori possono contare sul mercato dei future del caffè e su indici e azioni di aziende del settore.
L’ETN (un Exchange Traded Fund ETF) di iPath, replica il valore dell’indice Bloomberg Coffee Subindex Total Return.
Lo strumento consente all’investitore di investire sui future del caffè.
La capitalizzazione di mercato dell’ETN è di circa 48 milioni di USD, con un calo del valore significativo dal 2012 a oggi.
Starbucks Corp. è la nota società statunitense proprietaria della omonima catena di coffe shop americana.
Lo stile dei suoi locali trae ispirazione dai bar italiani, visitati di persona dal CEO Howard Schultz nel 1983.
La società è quotata alla Borsa di New York.
La società Coffe Holdings Co. Inc. è quotata in Borsa dal 2005 (NASDAQ JVA), ma nasce nel 1971 come azienda a conduzione familiare al servizio di torrefattori, grossisti del caffè e commercianti al dettaglio.
Tra i suoi prodotti il Cafe Supremo, Café Caribe, Via Roma e Premier Roasters.
Come riportato anche da Il Sole 24 ore, il prezzo del Caffè sta subendo un forte ribasso a causa della sovra produzione di materia prima.
I mercati faticano ad assorbire tutto il caffè prodotto dalle coltivazioni brasiliane e di conseguenza il valore crolla a dispetto della qualità.
In particolare i chicchi della varietà arabica sono i più colpiti dal ribasso dei prezzi, con sei mesi consecutivi di calo.
Come riporta il quotidiano economico italiano, un ribasso del prezzo dei chicchi di caffè così significativo, non si verificava dal 2001.
Un prezzo troppo basso non permette alle aziende di ripagare i costi di produzione e ciò non sta avvenendo solo in Brasile, ma in tutto il mondo: il mercato è unico.
Il danno maggiore è a carico degli agricoltori e produttori, per i quali diventa difficile condurre la propria attività agricola senza il giusto compenso.
Il punto di vista dell’investitore, in questa fase di ribasso del valore del caffè, è un altro. Questi vede nel ribasso l’opportunità di comprare quote da rivendere nelle fasi di risalita dei prezzi.
Bisogna però essere cauti e studiare bene il settore, per comprendere quando il prezzo avrà raggiunto il suo minimo e, in particolare, capire quando ci sarà l’inversione di tendenza.
I coltivatori di caffè sono in crisi in ogni parte del mondo di fronte al dominio brasiliano, che continua a deforestare l’Amazzonia per fare posto a coltivazioni intensive, tra cui anche il caffè.
Il Brasile è supportato non solo dalla maggiore disponibilità di superficie coltivabile, ma anche da tecniche di coltivazione più avanzate rispetto agli altri paesi esportatori.
Inoltre, la valuta brasiliana, il real, è in fase di svalutazione il che si traduce in un vantaggio per i paesi importatori: acquistano dal Brasile più a buon mercato.
Secondo Rabobank, il Brasile produrrà 57,6 milioni di sacchi di chicchi di caffè da 60 kg cadauno nella prossima stagione 2019 – 2020 che inizierà ad ottobre.
38 milioni di sacchi saranno della varietà arabica, il livello produttivo più alto mai registrato se dovesse concretizzarsi.
Per la varietà robusta sono previsti 19,5 milioni di sacchi di caffè per il solo Brasile, ed altro record.
La stagione 2019 – 2020 non si preannuncia positiva per gli altri paesi, i coltivatori sono in sofferenza e produrranno meno caffè.
Nonostante l’offerta sarà inferiore rispetto alla domanda, gli analisti ritengono che le enormi scorte di caffè disponibili a livello globale basteranno a coprire le mancanze, e il prezzo resterà pressoché basso.
L’ICO interverrà nell’attuale situazione, in particolare per preservare le capacità economiche degli agricoltori, i quali rappresentano il motore vero di questa economia. Se gli agricoltori dovessero cambiare mestiere perché il caffè non rende più, ci perderebbero tutti.
Va quindi supportata la sostenibilità del settore sul lungo periodo.
L’Organizzazione internazionale userà risorse finanziarie provenienti dal settore privato e dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, per consentire ai coltivatori del caffè di superare il momento critico.
Non solo aiuti economici, ma anche attività promozionali rivolte ai consumatori, affinché acquistino più caffè. In Asia in particolare, il consumo è in crescita.
Investire nel caffè, come hai potuto apprendere, è un viaggio dal coltivatore alla borsa. Non è come investire in azioni o comprare i Btp Italia.
Con il caffè, come con le altre materie prime, è necessario conoscere molto più che le sole regole del mercato finanziario.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.