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Cos’è il dividendo e perché i dividendi sono importanti per gli azionisti

Aggiornato: Aug 31, 2021, 11:26 GMT+00:00

Cos’è il dividendo sui titoli azionari e perché i dividendi sono importanti per gli azionisti che hanno un ampio portafoglio finanziario?

dividendo

Uno degli aspetti più interessanti che captano l’attenzione dei nuovi investitori intenzionati a trasformarsi in azionisti, è il dividendo, ovvero quella parte del guadagno annuale netto (utili) fatto dalla società quotata e condivisa con gli investitori.

Perché i dividendi vanno considerati come parte integrante di una strategia di investimento sui titoli azionari e come scovare le società che distribuiscono il dividendo più alto?

Ecco in breve alcune utili indicazioni.

Cos’è il dividendo? Breve spiegazione

Borsa Italiana definisce il dividendo come “l’importo distribuito dalla società agli azionisti a titolo di remunerazione del capitale investito”.

Significa che l’azionista riceve un compenso per avere investito acquistando il titolo azionario. Investimento che si è tradotto in una accettazione di parte del rischio di impresa e che per tale motivo viene ricompensato.

Il dividendo è soltanto una parte della remunerazione per l’azionista, l’altra parte deriva dal capital gain cioè dal guadagno effettuato sull’aumento di valore delle azioni possedute.

Va aggiunto che il dividendo non è un obbligo sulle azioni ordinarie, e inoltre non tutte le società rilasciano dividendi.

Come funziona il meccanismo di rilascio del dividendo

La distribuzione dei dividendi segue una procedura che ha inizio con l’approvazione del bilancio annuale da parte dell’assemblea ordinaria degli azionisti e della delibera di distribuzione degli utili.

Come dicevamo il dividendo non è un diritto, così come non esiste una soglia minima o massima che una società è tenuta a pagare per ogni titolo posseduto dall’azionista ordinario.

In caso di emergenza o di necessità, infatti, l’assemblea degli azionisti può decidere di destinare tutti gli utili agli investimenti nell’esercizio di bilancio dell’anno successivo o di riservare la quota agli eventuali debiti non stimati contratti nell’anno.

Se i soci con azioni ordinarie non possono vantare diritti sui dividendi, lo possono fare i possessori di azioni che incorporano il diritto di ricevere un dividendo minimo annuo, come le azioni di risparmio e le azioni privilegiate.

Cos’è l’ex dividendo

Altro meccanismo importante da tenere presente è l’ex dividendo. Esso è il tempo che intercorre tra la data di stacco dei dividendi da parte dell’emittente e il momento in cui viene materialmente effettuato il pagamento.

Si tenga presente che chi compra le azioni nel periodo dell’ex dividendo non ha diritto a riceverli, ma sarà l’ex proprietario a goderne.

Questo meccanismo va compreso, onde evitare di acquistare il titolo allo scopo di ottenere i dividendi al momento non opportuno.

Come si ricevono i dividendi?

Proseguendo la spiegazione di come funzionano i meccanismi di distribuzione dei dividendi, vediamo quali sono le modalità solitamente usate per compensare gli azionisti.

I dividendi sono pagati secondo le seguenti due modalità.

  • Dividendi pagati in contati: questa è la forma più usata dalle società per compensare gli azionisti, tuttavia ha il difetto per l’investitore di formare reddito imponibile che viene tassato dal Fisco.
  • Dividendi compensati in azioni: in questo secondo caso (detto stock dividend) la società prende azioni proprie e le cede agli azionisti. Tale modalità di solito viene usata dalle imprese che hanno poca disponibilità di liquidità in cassa. Ha il vantaggio di aumentare la propria posizione come azionista all’interno dell’azionariato, se non successivamente vendute.

Come si calcolano i dividendi

Prendiamo una società che ha un capitale sociale di 2 milioni di euro suddiviso in 200 mila azioni e valore minimo pari a 10 euro. Nell’esercizio contabile l’azienda realizza un utile di 250 mila euro e la società decide di distribuire la metà agli azionisti. Il dividendo unitario è quindi pari al seguente calcolo: 125 mila euro / 200 mila azioni = 0,625 euro ad azione.

Un dividendo non da poco, poiché con mille azioni la remunerazione dal dividendo è di 625 euro.

Quali sono i titoli che rilasciano il dividendo?

Abbiamo sottolineato in precedenza che non tutte le società quotate rilasciano il dividendo agli azionisti, e dal momento che esso non è dovuto neanche da quelle società che lo prevedono, in alcuni casi potrebbe risultare difficile capire quali titoli azionari rilasciano il dividendo.

Per comprenderlo è necessario controllare periodicamente il Calendario economico con gli appuntamenti economici e finanziari della settimana, ma anche leggere le notizie pubblicate dai quotidiani economici durante le trimestrali, ovvero la stagione degli utili.

In Italia la Borsa di Milano ha dedicato un’area al Calendario degli eventi e dividendi, in questa sezione è possibile leggere il pdf con l’elenco delle società che rilasceranno il dividendo e in quale mese lo faranno.

Stellantis, A2A, Amplifon, Hera, Leonardo, Buzzi Unicem, Poste Italiane, Ferrari, Davide Campari, Banco Bpm. Queste sono solo alcune delle società quotate in Italia che distribuiscono dividendi agli azionisti.

Gli ETF orientati ai dividendi

Un modo alternativo di investire in titoli che comunque riconosce il dividendo, sono gli ETF orientati ai dividendi.

Gli ETF sono fondi negoziati in borsa, di cui l’investitore può acquistare quote come fossero azioni ma con il vantaggio di investire su un ampio insieme di titoli contemporaneamente.

Gli ETF focalizzati sui dividendi replicano indici azionari composti da società che nel tempo hanno garantito dividendi costanti. Il vantaggio risiede nel fatto di avere in un unico strumento raccolte un ampio numero di titoli che remunerano con i dividendi.

Bisogna pagare le tasse sui dividendi?

Argomento spinoso per l’azionista è il pagamento delle tasse sui dividendi. Il problema non si presenta se l’investitore possiede azioni di società quotate in Italia, poiché funziona il meccanismo del sostituto d’imposta e in questo caso è la società emittente a detrarre alla fonte le tasse.

Le difficoltà iniziano quando si investe in azioni straniere. In questo caso l’azionista deve verificare paese per paese quali sono le normative applicate e applicabili al suo caso.

Se si possiede un portafoglio azionario molto diversificato in quanto a regioni geografiche, il compito potrebbe diventare arduo da affrontare da soli e il ricorso ad un commercialista esperto in materia potrebbe essere la soluzione migliore.

In linea di principio si presentano delle differenze tra la dichiarazione dei redditi di:

  • persone fisiche:
  • persone fisiche operanti come ditte individuali;
  • e società di capitali.

Le persone fisiche pagano una aliquota unica del 26%, le ditte individuali pagano a partire da un imponibile del 58,14%, mentre le società di capitali hanno una base imponibile del solo 5%, il resto è esentato.

Per quanto riguarda invece i dividendi maturati all’estero, le soluzioni normative sono due:

  1. Accordo bilaterale: convenzione stipulata tra l’Italia e il paese dove l’azionista possiede i titoli azionari. Questo evita la doppia imposizione fiscale.
  2. Privo di accordo bilaterale: il caso peggiore, perché l’azionista sarà soggetto ad eventuale doppia imposizione fiscale: da parte del paese dove l’azionista ha incassato i dividendi e il 26% in Italia.

Perché conviene comprare azioni con dividendo?

Avere in portafoglio delle azioni che rilasciano dividendi è una buona strategia di gestione del rischio di investimento.

Azioni di qualità che remunerano gli azionisti garantisce a quest’ultimo una rendita nel tempo, seppur variabile, che può essere usata sia per ampliare gli investimenti con acquisti di altri asset, ma anche come compensazione nelle naturali fasi ribassiste dei mercati finanziari.

Concludendo

Il dividendo è una componente importante dei guadagni derivanti dagli investimenti nei mercati azionari.

Chi si appresta a investire in azioni o lo ha già fatto, dovrebbe tenere conto dei dividendi staccati dalle società quotate per incrementare gli introiti derivanti dall’attività finanziaria.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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