Cloud computing, quali sono le società su cui investire? E quali gli ETF giusti? Una guida introduttiva ed esaustiva per gli investitori.
Il cloud computing nel 2020 ha fatto il suo ingresso prepotente nelle aziende restie a innovare costringendole a cambiare. Per il loro bene si intende. Ma per l’investitore cosa significa investire in cloud computing? Cercheremo di capire in breve cosa significano queste due parole inglesi, le potenzialità, mentre ampia parte della guida sarà dedicata invece alle aziende quotate in Borsa che forniscono questo tipo di servizio.
Prima di passare ad elencare le imprese che del cloud computing fanno il loro core business, spieghiamo in breve cos’è il cloud computing, rimandando a una guida più ampia ed esaustiva la comprensione dell’argomento.
Prendendo a prestito le parole della guida offerta da Microsft Azure, possiamo dire che:
“Il cloud computing è la distribuzione di servizi di calcolo, come server, risorse di archiviazione, database, rete, software, analisi e intelligence, tramite Internet (“il cloud”), per offrire innovazione rapida, risorse flessibili ed economie di scala.”
Avrai notato che la parola tecnologia non è compresa in questa definizione, ed è così. Chi invece definisce il cloud computing una tecnologia non sa di cosa sta parlando, ne deriva che il consiglio è di non seguirlo perché non ha una chiara comprensione di cosa sta affermando e potrebbe condurre verso cattivi investimenti.
Quali i benefici per aziende, sviluppatori software, e cosi via? Pagano soltanto per i servizi cloud utilizzati risparmiando sui costi operativi, non dovendosi occupare della gestione dell’infrastruttura (il data center proprietario) affidata appunto alla società fornitrice: Microsoft, Amazon Web Services (AWS), e molte altre.
Una delle proposte della Task force del top manager Vittorio Colao voluta da Giuseppe Conte, prevedeva il passaggio in cloud di tutti i sistemi informatici della Pubblica amministrazione (PA). Un’opera immane se pensiamo a quanto sia ingarbugliato il panorama delle PA italiane. Eppure il sogno di una PA in cloud garantirebbe all’Italia uno degli avanzamenti tecnologici più significativi della sua storia. Vorrebbe dire Pubbliche amministrazioni che dialogano su una stessa infrastruttura, reperimento dati istantaneo, emissioni di documentazione in mezzo battito di ciglia, riduzione dei tempi della burocrazia e anche un enorme taglio alle distorsioni operate da impiegati/e infedeli e/o fannulloni/e.
Per le imprese, la gestione dei processi aziendali attraverso una unica grande infrastruttura IT ad alte prestazioni consentirebbe un balzo in avanti nella gestione dell’azienda con una enorme riduzione dei colli di bottiglia e, tra le altre cose, la sparizione delle scartoffie dalle scrivanie, con conseguente risparmio economico in carta, toner e stampanti da comprare o riparare. L’impresa ha così a disposizione una unica grande infrastruttura IT che:
Nel campo della sicurezza dei dati personali e dei documenti riservati, il cloud offre un livello di sicurezza in più. Se il computer o il dispositivo mobile viene disperso, rubato o va distrutto, i dati sono disponibili al sicuro nel cloud.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare in Italia abbiamo società quotate alla Borsa di Milano che offrono servizi di cloud computing avanzato. Alcune di esse sono specializzate in via esclusiva, altre come Telecom Italia spa (TIT), ovvero TIM, forniscono tale servizio accanto ad altri ed esclusivamente rivolto al settore business.
Tra le società italiane del settore troviamo Vetrya (VTI), il gruppo fornisce a terzi piattaforme di cloud computing a società che forniscono tecnologie web. Tra i clienti reti di telecomunicazioni broadband, internet TV e servizi di streaming on demand. Vetrya fornisce le sue piattaforme anche a social media.
Relatech (RLT), invece, fornisce piattaforme in cloud avanzate ad aziende che scelgono di digitalizzare l’operatività e i processi aziendali, come la parte della gestione amministrativa o altre funzioni aziendali interne. Il titolo, quotato su Borsa Italiana, nell’ultimo anno ha ottenuto una performance straordinaria (+159,09% dal 3 settembre 2019 al 3 settembre 2020).
Anche SeSa spa (SES) è una società italiana operante nel settore delle soluzioni di innovazione tecnologica ed offre, tra gli altri, servizi di cloud computing. Nell’ultimo anno il titolo a Piazza Affari è cresciuto del +122,36% (medesimo periodo di riferimento di Relatech).
Accanto alle azioni delle società, l’investitore interessato al settore potrà investire anche nei cloud computing ETF.
Presso la Borsa di Milano ne troviamo almeno tre:
Le loro performance da inizio 2020, e fino al 4 settembre 2020, sono molto positive con un +60,78% per il Wisdomtree ETF.
Salesforce.com (CRM) è ai primi posti tra le società statunitensi del cloud computing. Standard & Poor’s ha deciso di inserirlo nel Dow Jones. Un premio non da poco per questa società che da inizio 2020 e fino a inizio settembre ha maturato un onorevole +61%.
Salesforce.com è una società specializzata nella fornitura di piattaforme di Customer relationship management (CRM) per svariati settori: e-commerce; industria; salute; servizi finanziari; automotive; energia; ecc.
Vi è anche Amazon (AMZN), che oltre a essere un marketplace possiede la sua piattaforma di cloud computing proprietaria per la gestione della sua piattaforma di e-commerce, ma che fornisce servizi per società terze di ogni livello.
Ed ancora la già citata Microsoft (MSFT) con la sua multiforme piattaforma di cloud computing Azure, che fornisce alle grandi imprese anche soluzioni blockchain in cloud: blockchain-as-a-service.
IBM Cloud è invece la soluzione proposta da IBM che ha costruito nel tempo servizi ibridi associati all’AI, oltre a piattaforme DLT (Distributed Ledger Technology) per le grandi imprese.
Vmware (VMW) pur essendo una sussidiaria di Dell Technologies ha mantenuto la sua quotazione e fornisce, tra le varie soluzioni IT, un servizio cloud ibrido in una versione multipiattaforma che si apre alla collaborazione con tutte le altre sopra citate.
Ma troviamo molte altre società che appartengono a questo settore, tra cui elenchiamo le seguenti lasciando all’investitore la libertà, se vorrà, di approfondire ogni singola proposta.
Cisco System (CSCO); Arista Network (ANET); Seagate Technology (STX); Alibaba Cloud.
Chi ritiene che il cloud computing non è rispettoso dell’ambiente, parte dal presupposto che esso fa uso di risorse hardware su larga scala che consumano molta energia.
I data center sono energivori è vero, ma le valutazioni da fare sono due. La prima riguarda le tecnologie usate nei data center e la seconda il risparmio in termini ambientali che il cloud computing offre alle aziende utilizzatrici.
L’insieme delle risorse hardware e software che danno vita al “calcolo computazionale in una nuvola” (cloud computing), hanno aperto orizzonti impensabili fino a pochi anni fa e sono in continua evoluzione ed espansione. Si pensi all’intelligenza artificiale e a come essa potrà avvantaggiarsi dell’enorme mole di dati disponibili in cloud. Nel rispetto delle normative sulla privacy e dei diritti civili di ciascun cittadino, il futuro è sempre più cloud.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.