Cos’è l’analisi tecnica dei mercati finanziari? Forniamo qui i principi fondamentali e i postulati di base con cui costruire le strategie.
Risparmiatore, investitore, trader, azionista, “cassettista”, qualunque sia l’aggettivo o il sostantivo col quale ti senti più a tuo agio, temiamo che tu non possa fare a meno dall’apprendere almeno le basi dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale dei mercati finanziari.
In particolare in questa guida ci soffermeremo sui principi dell’analisi tecnica per comprenderne le strategie principali, utili per chiunque voglia aprire un portafoglio finanziario e comprare titoli da rivendere con profitto.
Partiremo dalla definizione di analisi tecnica, per poi soffermarci sulle principali strategie utilizzate e rimandando agli approfondimenti un più ampio studio di questa che va considerata una disciplina di studio (molto ampia).
Cos’è l’analisi tecnica? Lasciamo che sia la definizione fornita da Investopedia.com ad illuminarci.
“L’analisi tecnica è lo studio del movimento dei prezzi e dei modelli di un titolo. Analizzando il movimento dei prezzi passati, anzitutto attraverso grafici e indicatori, il trader può prevedere la direzione futura dei prezzi”.
Subito una precisazione per chi si è avvicinato da poco al mondo dei mercati finanziari. Quando si usa il verbo “prevedere”, non si intende nulla di magico, né ci riferiamo al gioco (gambling e/o bet). Il trader, e in questo caso l’analista tecnico, non è un mago o una stregona, e non “tira a indovinare” i prezzi futuri dei titoli azionari.
L’analista tecnico è invece una persona (uomo o donna) che studia le serie storiche delle quotazioni, che usa metodi matematico-statistici applicati alle serie storiche per comprendere dove possa dirigersi il prezzo della classe di attività in futuro, ma senza pretendere di “indovinare” precisamente il suo valore poiché il futuro nessuno lo può prevedere con esattezza matematica. Nei mercati finanziari, infatti, eventi esterni (esogeni) come il cambiamento climatico e le pandemie o eventi interni come gli scandali finanziari (esempio: Lehman Brothers), hanno un forte impatto.
Al riguardo potrebbe essere utile leggere qualcosa sulla finanza comportamentale.
Il padre della Analisi Tecnica è Charles Dow, il fondatore del Wall Street Journal (WSJ) e inventore dell’indice Dow Jones Industrial Average (DJI). Agli inizi del ‘900 Dow gettò le basi della disciplina individuandone i principi di base.
Dow si ispirò al movimento mareale per derivare alcune delle sue regole generali. Nel moto ondoso, infatti, ondate crescenti in dimensione e potenza indicano l’arrivo dell’alta marea, mentre la bassa marea è anticipata da un affievolirsi progressivo della forza delle onde.
Questo modello, Dow, l’ha applicato ai grafici dei prezzi di azioni ed indici, affermando che quando si verificano “onde” di prezzo sempre più alte, ci troviamo in presenza di una fase di “alta marea”, ovvero di trend crescente; quando, all’opposto, le fluttuazioni di prezzo decrescono, ci troviamo in presenza di un trend discendente, di “bassa marea”.
La Dow Theory definisce i principi fondamentali dell’analisi grafica, ed è stata sistematizzata da William P. Hamilton e da Robert Rhea, partendo dagli articoli scritti dal proprietario del WSJ tra il 1900 e il 1902.
I principi fondamentali sono i seguenti:
Dow individua anche dei postulati di base su cui costruisce la sua teoria, in sintesi questi sono i postulati:
Dal postulato della storia che si ripete, derivano le configurazioni dell’analisi tecnica più note:
Per individuare un trend si osservano le serie di massimi e di minimi crescenti che avvengono in successione in caso di rialzo o decrescenti in caso di tendenza al ribasso, e tale resta fino a che non si verifica la condizione contraria.
Quando non si riesce a individuare una direzione dominante, si parla di trend laterale e non di assenza di trend.
La tendenza assume quindi tre direzioni:
Riconoscere le tre tipologie di tendenza e il passaggio da l’una all’altra, è la funzione primaria dell’analisi tecnica, ed è la base che l’analista tecnico deve apprendere. Su questa capacità si innestano poi le strategie di trading e/o di investimento.
Non sempre è semplice individuare le fasi di inversione della tendenza, ed è qui che sono nate le varie teorie e i filoni di studio dei grafici che hanno infine dato vita all’analisi tecnica.
In estrema sintesi, quando si effettua lo studio dei grafici, l’analista tecnico utilizza uno dei seguenti:
Supporto e resistenza, diventano qui le parole chiave su cui costruire la propria strategia di trading e di investimento.
Come diventare un analista tecnico di professione in Italia? La risposta è SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica), che opera in Italia dal 1986 per riunire gli analisti tecnici dei mercati finanziari.
SIAT è una associazione di categoria e non ha fini di lucro. Gli associati partecipano alle attività associative e ai corsi di formazione finanziati anche attraverso le quote associative.
L’associazione cura annualmente il Master istituzionale in analisi tecnica dei mercati finanziari, attraverso cui l’analista tecnico apprende le principali metodologie legate all’analisi tecnica in modo approfondito.
L’associazione cura anche una rivista, SIAT Mag, gratuitamente disponibile in formato digitale.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.