Per le materie prime è una ‘Caporetto’ questa settimana, crollano il rame, il palladio, il grano e tutte le altre. Ecco i motivi.
Le materie prime sono tutte in negativo da alcuni giorni ed anche oggi prosegue la caduta dei prezzi di tutte le commodity.
La caduta è iniziata lentamente lunedì, quando la Cina ha annunciato il piano di accumulo di riserve di metalli industriali strategici, tra cui il rame e l’alluminio.
Ma non solo, in Cina il regolatore ha intenzione di tenere d’occhio la speculazione, ed ha avvertito gli speculatori dei mercati finanziari che nelle ultime settimane avevano portato alle stelle i prezzi delle materie prime, sull’onda di una risalita che perdurava da mesi.
E quando la Cina si muove in materia finanziaria lo fa sempre in modo concreto ed energico. Secondo quanto riportato dalla Cnbc, Il Consiglio di Stato cinese ha avviato delle indagini per intensificare la repressione contro gli speculatori e gli accaparratori di materie prime e starebbe indagando anche le imprese statali, oltre posizioni all’estero e mettendo sotto la lente di ingrandimento le società di futures che ricadono sotto la sua sfera di influenza, allo scopo di combattere i margini di profitto ridotti.
In caduta un po’ tutte le materie prime senza alcuna eccezione, compreso il petrolio e il gas naturale (-2,04%).
Tra i metalli industriali cade pesantemente il prezzo del palladio del -9,06%, collocandosi a 2.552 USD di valore, ma aveva toccato anche i 2.496 USD. Una caduta repentina in meno di 24 ore di circa 200 USD.
Si scioglie anche il rame che perde al momento il -1,71% e vale 4,1874 USD, tuttavia il copper si è incanalato in un trend ribassista martedì 15 maggio che lo ha portato al minimo di periodo a 4,16113 USD.
Restando ancora sui metalli, il prezzo del platino segna un -4,22% con una volatilità ancora in atto che non aiuta a stabilizzare la situazione: vale 1.075,75. Ha perso circa 100 USD di valore dal 14 giugno, quando aveva toccato i 1172,25 USD di prezzo.
Passando alle materie agricole, il calo più significativo nel prezzo lo fa registrare il grano con un sonoro -6,54% ed un prezzo sceso a 6.1930 USD. In questo caso il trend ribassista è in atto da venerdì 7 maggio, quando il grano raggiunse il massimo a 7.44 USD.
I semi di soia soffrono una caduta di valore del -5,92% a 13,607 USD ma le perdite sono state anche più significative. Anche per il prezzo dei semi di soia notiamo che il trend ribassista si è innescato a partire da mercoledì 12 maggio, quando la materia prima aveva raggiunto il massimo a 16,482 USD.
Probabilmente non solo la Cina ha sgonfiato i prezzi delle materie prime, ma anche le previsioni del Federal Reserve System, il FOMC mercoledì 16 giugno ha presentato le sue previsioni sull’inflazione negli Stati Uniti confermando una inflazione sopra il 3% nel breve periodo, ma una inflazione che resta contenuta entro il livello di guardia del 2,5% nei prossimi anni.
Ieri, inoltre, il Segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha rassicurato che non vi è alcun rischio iperinflazione per gli Stati Uniti. Questo sta raffreddando gli speculatori che appaiono avere sempre meno margine per proseguire la loro attività.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.