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Gli errori che un risparmiatore non dovrebbe fare mai

Pubblicato: Sep 21, 2021, 07:02 GMT+00:00

Quali sono gli errori che un risparmiatore non dovrebbe fare mai quando si tramuta in investitore e alloca risorse finanziarie in veicoli d'investimento?

risparmiatore

In questo articolo:

Siamo in una fase in cui il risparmiatore è spinto a diventare un investitore, anche il Salone del Risparmio si è totalmente impostato su questa nuova traiettoria per trasformarci tutti in investitori.

Ed il motivo di questa trasformazione, non di poco conto, è dovuta a strumenti tradizionali garantiti che non rendono più nulla o meno dell’inflazione.

Ecco allora la spinta verso gli investimenti, ma l’attenzione deve restare alta perché come dimostrano le cronache tutti i giorni, i mercati finanziari si lasciano influenzare facilmente dagli imprevisti o da crisi finanziarie di società quotate. E, probabilmente, con l’ingresso di molti più risparmiatori trasformati in investitori in rapidissimo tempo, tali fluttuazioni potrebbero aumentare. È la finanza comportamentale che qui ci insegna come stanno le cose.

Non puntare su rendimenti troppo alti

Nel trasformarsi da risparmiatore a investitore, la tentazione di puntare a veicoli di investimento che “promettono” rendimenti molto alti e costanti nel tempo è un potente trascinatore.

Ma lasciarsi trascinare dall’ingordigia è un rischio che non bisogna accollarsi perché si può facilmente incappare in truffatori o consulenti finanziari dai dubbi metodi di investimento.

Domandarsi sempre quindi, com’è possibile che mi venga offerto un rendimento così alto con addirittura la garanzia del capitale? In questo caso qualcosa non torna.

La Moderna teoria del portafoglio ci viene in aiuto qui, in quella parte che indica come l’investitore ha sempre una certa avversione al rischio, ma il desiderio di alti rendimenti. Grazie a essa si può quindi trovare un punto di equilibrio.

Non comprare un solo asset

Compro solo azioni Amazon (AMZN) e un po’ di Tesla (TLSA) e diventerò ricco. Un errore grave puntare su titoli azionari che valgono più del proprio stipendio. E grave è l’errore di riversare tutto quello che si è deciso di investire (fossero anche solo mille euro) in un unico asset.

Certo Warren Buffett non ama molto la diversificazione e predilige investimenti mirati, ma prima di giungere a quei livelli è forse meglio prediligere una strategia che adotta la diversificazione del portafoglio.

Un esempio. Su mille euro da investire:

  • 250 € potrebbero andare in strumenti a capitale garantito;
  • 250 € in titoli azionari della Borsa di Milano;
  • 250 € in titoli obbligazionari;
  • 250 € in criptovaluta.

O per rischiare meno: 500 euro in capitale garantito, 250 in azioni e 250 in obbligazioni.

I tempi dell’investimento

Ad un piccolo risparmiatore i fondi investiti servono di solito per fare qualcosa nel prossimo futuro e vorrebbe che il capitale aumentasse nel frattempo, anche per raggiungere prima l’obiettivo di acquisto che ci si è prefissati (casa, auto elettrica, moto, barca).

Gli investimenti, tuttavia, hanno bisogno di tempo per maturare. Quindi è importante calcolare bene i tempi tra il raggiungimento del proprio obiettivo e quelli dell’investimento. Anche perché alcuni strumenti finanziari potrebbero prevedere delle penali se abbandonati anzi tempo o non garantire il ritorno del capitale.

Quanto sei disposto a perdere?

Domanda banale vero? Nulla è la risposta del risparmiatore. Bene, allora se così stanno le cose è sconsigliabile investire e ciò che resta sono i titoli di Stato o i buoni fruttiferi emessi da Cassa depositi e prestiti.

Questa apparente provocazione per far comprendere a chi da risparmiatore vuol trasformarsi in investitore, che non esistono investimenti senza un grado di accettazione di rischio. Ed ecco perché banche, gestori patrimoniali e broker seri ci chiedono di compilare un modulo per capire la nostra propensione al rischio.

Da risparmiatore a investitore? Bene, ma a piccoli passi è meglio.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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