USA dichiarano guerra a Facebook Inc., chiesto lo scorporo di WhatsApp e Instagram. L'impero di Mark Zuckerberg mai così a rischio.
Facebook Inc. (FB) è ormai al centro di una guerra dichiarata dallo stesso Paese in cui è nato e a cui dà lavoro a migliaia di persone e che sembra assumere contorni anche oscuri, quasi di vendetta.
Lo U.S. Federal Trade Commission (FTC) e altri 47 Stati, hanno citato Facebook Inc. in giudizio per l’acquisizione di Instagram nel 2012 per il valore di 715 milioni di USD e per l’acquisizione di WhatsApp per la cifra di 22 miliardi di dollari.
Da notare che all’epoca delle acquisizioni avvenute otto anni fa, Facebok Inc. aveva presentato tutta la documentazione richiesta dalle autorità di regolamentazione ed aveva superato con successo le verifiche, ottenendo quindi l’autorizzazione all’acquisto.
Ma oggi, a distanza di 8 anni da quelle acquisizioni, FTC e 47 Stati ne chiedono lo scorporo perché secondo loro si trattò di una acquisizione allo scopo di sbaragliare la concorrenza, per assumere una posizione dominante. Lo riporta Bloomberg.
In sostanza a Marck Zuckerberg gli viene chiesto di distruggere la sua azienda vendendo i due servizi che vanno di più in questo momento: WhatsApp e Instagram.
Se Facebook Inc. dovesse perdere questa battaglia legale che si preannuncia ad alta tensione, il tracollo della società potrebbe essere inevitabile e il suo futuro messo seriamente a rischio.
Come noto i maggiori introiti di Facebook Inc. derivano dall’applicazione WhatsApp e dal social network Instagram, quest’ultimo cresciuto enormemente negli ultimi anni in tutto il mondo. A rischio, scrive Bloomberg, c’è “il valore a lungo termine di Facebook”.
Le denunce contro Facebook Inc. sono parallele, come un attacco su più fronti che quasi appare organizzato.
Le azioni legali, che hanno portato a un divieto di nuove acquisizioni per importi superiori ai 10 milioni di dollari, giungono al termine di un anno di indagini.
Secondo l’accusa Facebook avrebbe acquisito i suoi rivali allo scopo di neutralizzarli, inoltre è accusato di erodere la privacy dei consumatori e infine è accusato di bloccare l’accesso alle sue piattaforme alle aziende che considera una minaccia per il suo business.
Al netto delle violazioni alla privacy degli utenti e i presunti ostacoli all’accesso alle piattaforme ad aziende ritenute una minaccia al business della società, perché ora dopo 8 anni da quelle acquisizioni autorizzate a suo tempo, si afferma che Facebook aveva comprato per neutralizzare i rivali?
Alle autorità di regolamentazione, visto che sono esperti in materia (al meno si presume), non doveva essere chiaro sin dal 2012 quali fossero le intenzioni di Facebook Inc. con l’acquisizione di Instagram e WhatsApp? Si vedeva chiaro già allora il loro valore, valevano “un botto”!
Come riporta Il Sole 24 Ore, le procure dei 47 Stati USA e la FTC uniranno l’azione legale per fare fronte comune.
Le accuse per Facebook sono pesanti sul piano dell’ostacolo alla concorrenza e qui ci sarà poco da fare. Secondo l’accusa Facebook agiva secondo una strategia “compra o seppellisci”, se una piccola azienda concorrente si rifiutava di essere acquisita gli veniva negato l’accesso ai dati e crollavano di conseguenza engagement e i downloads costringendo la piccola società a fallire o comunque tarpandole le ali.
“Anni dopo aver approvato le acquisizioni, ora il governo vuole tornare indietro, senza considerare l’impatto che un simile precedente potrebbe avere sull’intera comunità di business o sulle persone che scelgono i nostri prodotti ogni giorno”, è il commento di Facebook.
USA, autolesionismo o giustizia?
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.