Treasury 10 anni va giù e così il Futures sul Dow Jones sale di ben oltre i 200 punti. Bene anche i futures sul Nasdaq 100 e S&P 500. Occhio all'inflazione.
I Treasury a 10 anni fanno meno paura rispetto alla scorsa settimana, il prezzo scende a 1,4% e così i futures dei principali indici statunitensi prospettano un’apertura delle Borse USA positiva.
Il Dow Jones Futures è arrivato a guadagnare 259 punti rispetto alla chiusura negativa di venerdì, quando i rendimenti sui titoli di Stato del Tesoro americano avevano allarmato non poco gli investitori tanto da far temere un marzo di passione per i titoli azionari.
Bene anche lo S&P 500 futures e il Nasdaq 100 futures, i quali anche sono scambiati in territorio positivo.
Ottima la partenza a Piazza Affari dell’indice FTSE MIB con un +1,55% pieno che porta il listino a 23.201,79 punti. Sul mese l’indice principale di Borsa Italiana è in positivo del +7,55%.
Bene anche il FTSE 100 a Londra in positivo del +1,68%, mentre l’indice DAX 30 a Francoforte non parte bene e cede al momento il -0,67%.
Ottima, invece, la partenza dell’indice IBEX 35 alla Borsa di Madrid in positivo del +1,66%, e il CAC 40 a Parigi in territorio positivo del +1,52%.
Secondo l’economista David Rosenberg e presidente di Rosenberg Research, il recente shock del rendimento dei tassi sui Treasury statunitensi è qualcosa di temporaneo.
L’economista Rosenberg afferma a ‘Trading Nation’ della Cnbc che il mercato dei bond è “radicalmente ipervenduto”, è per questo motivo che lui crede che il rendimento del Treasury a 10 anni tornerà presto all’1%.
Al momento, tuttavia, il rendimento del titolo di Stato USA a 10 anni ha chiuso la settimana al +1,41%, ovvero in aumento del +55% quest’anno e sui massimi da 52 settimane. Ed infatti lo stesso Rosenberg non esclude che il T-bond possa spingersi fino al 2%, in una corsa che romperebbe ogni previsione tecnica.
Gli investitori sono preoccupati dalla reflazione, ovvero un repentino aumento dei prezzi che impatterebbe sui beni di consumo.
Basti vedere il prezzo del petrolio come è aumentato sull’onda delle riaperture delle attività a livello mondiale che ne aumentano la domanda, ma anche il prezzo dei metalli preziosi e dei metalli nobili, i quali vengono acquistati dai fondi innescando una corsa all’acquisto che aumenta ulteriormente il rischio inflazione a livello globale.
Con l’aumento del costo del carburante aumentano di conseguenza i costi del trasporto merci e persone, ma al contempo la pandemia non è sparita e si riverbera in particolare sulla supply chain.
In questo quadro complesso si creano tensioni sui prezzi al consumo: sono gli effetti diretti dello sconvolgimento economico-finanziario causati dalla pandemia.
Anche per quanto riguarda l’inflazione, Rosenberg crede che il nervosismo diminuirà presto.
Secondo l’analista finanziario bisognerebbe controllare i titoli del settore automobili e l’immobiliare, in particolare le abitazioni.
Questo perché durante le fasi di maggiore chiusura i due mercati hanno sofferto molto ed ora vivranno presumibilmente una forte domanda, a lungo repressa dalla pandemia.
Aggiungiamo che anche il Made in Italy con le maggiori riaperture è previsto riprendere il suo normale trend positivo. I titoli dell’Industria del tessile e della moda sono quelli da tenere d’occhio.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.