Tesla (TLSA) investe in bitcoin (BTC) e il prezzo del crypto asset vola sopra 48.000 USD in poche ore. Ma non ci sono rischi per investitori e azionisti?
Notizia di ieri che Tesla (TSLA) ha presentato il rapporto annuale sui suoi investimenti finanziari e sulla diversificazione del suo portafoglio nei mercati. A pagina 23 spicca quell’investimento da 1,5 miliardi di dollari USA in bitcoin e la volontà della società quotata al Nasdaq di continuare ad investire in asset digitali sia nel breve termine che nel lungo termine.
Dietro questa scelta c’è ovviamente Elon Musk che crede un giorno le criptovalute saranno la moneta utilizzata dalle colonie marziane che la sua SpaceX porterà li, a bordo delle sue navicelle.
Un visionario ma che con la sua mossa ha inciso decisamente sul prezzo del bitcoin che quest’oggi, martedì 9 febbraio, si è portato a 48.201,8 USD. Al momento della pubblicazione bitcoin viaggia a 47.020 USD in correzione rispetto al nuovo picco storico, ma ancora in positivo nelle 24 ore del +17,07%.
Tesla ha comunicato alla SEC, come è obbligata a fare come società quotata in Borsa, quali sono le classi di attività sulle quali investe per diversificare le sue liquidità.
Così ha riferito alla SEC di aver ampliato il suo portafoglio per includere anche alcuni asset di riserva, compresi gli asset digitali, ma anche lingotti d’oro e gold ETF. Altri asset di riserva saranno descritti in futuro.
In particolare nel report Tesla Inc. ha riportato d’aver investito 1,5 miliardi di dollari USA in bitcoin e ha affermato che potrebbe comprare e detenere anche altri asset digitali decisi di volta in volta o anche da detenere a lungo termine.
Ma Tesla ha fatto di più, ha scritto nel report annuale che prossimamente accetteranno bitcoin come metodo di pagamento dei loro prodotti. Inizialmente il metodo di pagamento verrà limitato e comunque offerto solo dove le leggi lo consentono. Inoltre Tesla dice anche che i pagamenti di prodotti ricevuti in bitcoin potrebbero anche essere o non essere venduti non appena ricevuti.
Questo ha fatto esplodere nuovamente le quotazioni di BTC.
Nel rapporto si scrivono anche le consapevolezze che si hanno su questa classe di attività, la quale è recente in termini storici, ed è soggetta ad ampia volatilità e speculazione.
Inoltre sono consapevoli del fatto che, trattandosi di asset completamente digitali basati su una o più tecnologie, questa classe di attività potrebbe essere soggetta ad obsolescenza tecnologia in un futuro non preventivabile a priori.
Così come Tesla è consapevole del fatto che si tratta di asset non centralizzati e che potrebbero essere soggetti a furti informatici o a falle nella sicurezza dei protocolli.
Tesla è anche più drammatica in ciò che scrive, ma deve farlo perché è una società quotata in Borsa e deve dare conto ai suoi azionisti di ciò che fa, se vuol avere ancora degli azionisti che gli danno credito.
Mentre il titolo Tesla (TLSA) vale 861,91 USD (+1,14%), gli investitori che posseggono azioni Tesla e che investono in criptovalute devono comunque tenere conto dei rischi di una classe di attività estremamente volatile e con una breve storia alle spalle.
Milano Finanza, dopo il caso GameStop, considera quanto fatto da Tesla un secondo campanello d’allarme e ricorda il rischio fallimento che impattò la General Motors un secolo fa, quando il suo fondatore William Durant fece speculazione azionaria oltre i limiti.
E ancora Milano Finanza ricorda la speculazione degli anni 1980 in Giappone sui prezzi dei terreni nipponici, che portò al rigonfiamento di una bolla azionaria di ampie proporzioni che quindi crollò.
Quel che Milano Finanza intende dire, è di stare attenti a non entrare nella festa verso la fine perché agli ultimi spetterà solo spazzare i rifiuti lasciati dagli altri.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.