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Stati Generali, piano di Vittorio Colao: come Task Force ridisegna l’Italia

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 15, 2020, 10:33 GMT+00:00

Presentato il piano di Vittorio Colao agli Stati Generali dell'economia italiana in corso a Villa Pamphilj. Ecco come la Task Force ridisegna l’Italia.

vittorio colao

Dopo la pausa domenicale gli Stati Generali dell’economia italiana, voluti da Giuseppe Conte e dal titolo evocativo ‘Progettiamo il Rilancio’, ripartono dal lavoro della Task Force guidata da Vittorio Colao, il manager italiano che ha guidato Vodafone fino a pochi anni fa.

Porzioni del suo piano sono a più riprese stati pubblicati dai quotidiani nazionali, ma questa volta Colao si è presentato davanti a tutto il governo riunito a Villa Doria Pamphilj per presentare in circa una ora il lavoro svolto dalla sua squadra di super esperti italiani.

In una sola ora Colao ha dovuto delineare il rilancio dell’Italia secondo la prospettiva della sua Task Force.

Cosa ha detto Vittorio Colao agli Stati Generali?

Il top manager Vittorio Colao ha presentato un piano che si fonda su tre pilastri principali:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. rivoluzione verde;
  3. parità di genere e inclusione.

L’obiettivo è una Italia più forte, resiliente ed equa nei confronti dei suoi cittadini e si articola in un documento di sintesi di 121 pagine.

Dentro c’è dal sostegno alle piccole e medie imprese, alla sospensione o riforma della partecipazione delle imprese alle gare pubbliche, al sostegno per l’export e per il terzo settore, nonché la riqualificazione dei disoccupati.

Gli ambiti di applicazione sono stati raggruppati in sei strategie: Impresa e lavoro; Infrastrutture e ambiente; Turismo, arte e cultura; pubblica amministrazione; istruzione, ricerca e competenze, Individui e famiglie.

Impossibile vederle tutte, quindi prendiamone alcune come riferimento.

Impresa e lavoro secondo Vittorio Colao

Le imprese hanno bisogno di liquidità e anche di ridurre i contenziosi nella fase post-crisi, ecco che la Task Force consiglia di depenalizzare il contagio Covid-19 e di non considerarlo reato penale, ma anche di trovare il modo di ridurre il costo delle misure organizzative anti contagio che pesano sulle imprese.

Altro tema di cui si è discusso molto è la regolarizzazione e il rientro dei capitali esteri (Voluntary disclosure) non dichiarati, essi dovrebbero servire a ricapitalizzare l’impresa stessa e a far incassare al Fisco nuove risorse economiche. Inoltre il settore produttivo italiano deve innovare sotto il profilo tecnologico ed energetico, puntando alla proprietà intellettuale.

Per questo le nuove imprese (start-up) con idee e progetti nuovi vanno sostenute. Serve anche tanta competenza e qui entrano in campo le proposte per la scuola e l’università.

Istruzione, ricerca e competenze

Per Vittorio Colao e la sua Task Force il sistema di ricerca italiano va modernizzato e bisogna creare dei poli di eccellenza scientifica per produrre in casa la tecnologia che serve al Paese, spesso costretto a importarla dall’estero.

I ricercatori vanno quindi supportati e ciò significa che alla base bisogna formare gli studenti con nuove competenze.

Secondo Colao e la sua Task Force l’istruzione delle nuove generazioni dovrebbe essere più tarata alle necessità delle imprese e del mondo produttivo nel suo complesso. Anche se questo approccio rischia di creare dei seri pericoli alla libertà d’insegnamento, aggiungiamo.

I giovani vanno però stimolati consentendo loro di apprendere nuove competenze, anzi, ci deve essere un “diritto alle competenze”, si legge nel piano Colao.

La Pubblica amministrazione

Senza una pubblica amministrazione rinnovata tutto il resto troverà sempre un collo di bottiglia, come ha denunciato anche la Cgia di Mestre presentando domenica una ricerca che mostra come la burocrazia in Italia costa alle imprese 100 miliardi di euro.

Serve quindi più formazione per i dipendenti pubblici che dovranno apprendere nuove tecnologie per facilitare alle imprese e ai cittadini le rispettive attività.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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