Meituan contro Alibaba Group, il delivery in Cina è la nuova frontiera dell’economia digitale e forse permetterà ai negozi del territorio di rinascere.
In Cina il cibo conviene più farselo consegnare a casa che prenderlo da asporto. Una condizione di eccezionalità si direbbe, ma che in Cina ha fatto proliferare il settore del delivery, ovvero delle consegna a casa.
Non si alza la cornetta del telefono, la Cina dell’era digitale è in molti aspetti più avanti dell’Italia.
Attraverso le applicazioni di Meituan o di Alibaba Group i cinesi ordinano di tutto, non solo il cibo.
A casa arrivano i generi alimentari, le forniture per ufficio, si prenota il taglio dei capelli, si prenota il massaggio e qualsiasi altra cosa.
Le consegne di alimenti a casa è qualcosa di noto anche in Italia, servizi di questo tipo li offrono anche piccole catene di supermercati locali e durante la pandemia anche le grandi catene come Esselunga. E poi nelle grandi città i rider da anni consegnano di tutto a casa delle persone e durante la pandemia sono stati eccezionalmente utili, bisogna riconoscerglielo.
Mentre Alibaba Group, racconta Il Sole 24 Ore, vince quasi senza rivali nel settore del commercio elettronico (e-commerce), nel delivery non è così. Nelle consegne a casa dei cinesi è Meituan a vincere, e in generale è diventata la leader nel settore dei servizi forniti attraverso una semplice app scaricata sullo smartphone (il potere delle app).
Parliamo di numeri. Meituan impiega 600 mila addetti alle consegne, che ogni anno servono circa 400 milioni di cinesi in 2.800 città più o meno grandi.
Ma Alibaba non molla, a quanto pare dietro i miliardi di yuan che le due società stanno spendendo (o buttando? Il limite delle volte è sottile) ci sarebbe del personale, racconta Il Sole 24 Ore, cioè qualcosa di non legato all’obiettivo di perseguire maggiori guadagni a scapito del concorrente.
Praticamente Meituan deve molto ad Alibaba, perché quando la prima è una sconosciuta start up ha ricevuto da Jack Ma e Joe Tsai i fondi necessari per fiorire.
Poi il taglio dei ponti da parte di Wang Xing fondatore di Meituan, senza neppure ringraziare.
Wang si sarebbe difeso affermando in una intervista che Alibaba ha uno strano modo di pensare: “Se fai qualcosa nel commercio, pensano che tu stia rubando loro denaro”.
In realtà il discorso è quello dei figli che uccidono i padri dopo avere ricevuto tutto ciò di cui avevano bisogno per crescere ed espandersi.
Wang con la sua Meituan appartiene alla nuova generazione di imprenditori cinesi nati al tempo di Internet, mentre Alibaba, Tencent e Baidu appartengono alla prima o precedente generazione.
Dal momento che nei prossimi 5 anni, spiega ancora il quotidiano economico, il mercato delle applicazioni mobile dovrebbe arrivare a valere 800 miliardi di dollari in transazioni economiche su base annua, ecco che la nuova generazione di imprenditori sta provando a fare le scarpe alla prima generazione.
In pratica Meituan sta provando a conquistare il mercato delle app mobile e dei servizi da queste applicazioni offerte, per imporre un nuovo modo di comprare prodotti e servizi, e di consegnarli.
Questa nuova strategia ovviamente sottrarrà clienti e fatturato ai giganti dell’e-commerce.
A questo punto potremmo anche aprire un nuovo articolo e intitolarlo “il futuro del commercio non è l’e-commerce”, perché è questo che noi tutti ci aspettiamo in questa fase storica. La pandemia ha accelerato l’ingresso di un nuovo e grosso numero di utenti che si riforniscono attraverso i marketplace come Amazon, Aliexpress e tutti gli altri negozi online.
Tuttavia per i negozi fisici c’è ancora speranza e si chiama sviluppo di una app che porta i prodotti direttamente a casa del cliente.
I negozi locali sono avvisati.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.