Lo yen giapponese è stato senza dubbio una delle valute più chiacchierate e negoziate degli ultimi 6 mesi. Quando ancora le minacce di un possibile
In risposta la Banca del Giappone ha allora iniziato ad espandere il suo programma di acquisto asset raggiungendo un’estensione di trilioni di yen in pochi mesi, ma gli sforzi della BoJ non sono riusciti a scalfire il valore del JPY. Queste problematiche hanno quindi minato alle fondamenta il governo Noda fino a portarlo alla caduta.
Le recenti elezioni hanno decretato la schiacciante vittoria del Partito Liberal Democratico e del suo leader Shinzo Abe. Uno dei punti focali della campagna elettorale di Abe prevedeva un allentamento monetario illimitato da parte della BoJ che ha detta del neo primo ministro avrebbe aiutato l’economia giapponese a riprendersi indipendentemente dal valore dello yen. La scorsa settimana Il ministro delle Finanze giapponese ha poi fatto sapere che gli analisti prevedono quest’anno per lo yen una gamma di negoziazione compresa tra gli 85 e i 90 dollari.
Dopo l’ultima riunione della BoJ e l’annuncio di un ulteriore espansione del programma di acquisto asset lo yen ha toccato contro il rivale statunitense il minimo storico degli ultimi due anni e cinque mesi per essere negoziato a 85,96. Lo yen è invece scambiato contro l’euro a 113,58, un calo questo che ha restituito speranze agli esportatori ravvivandone le prospettive di guadagno.
Molti credono allora che le aziende giapponesi beneficeranno incredibilmente di questi tassi di cambio per tutto il 2013. Se i leader statunitensi riuscissero poi a scongiurare la scogliera fiscale le cose si potrebbero mettere ancora meglio per le azioni nipponiche.
Gli occhi del mondo sono tutti puntati sui negoziati fiscali USA con la consapevolezza che vi è un buon 50% di probabilità che i leader del paese possano anche non riuscire a raggiungere un accordo atto a scongiurare la recessione.
Il Nikkei concluderà l’anno su livelli record forte delle recenti decisioni in materia di politica monetaria, decisioni che hanno spinto fortemente a rialzo i mercati azionari.