Conviene parcheggiare la liquidità in eccesso sui conti di deposito che ancora offrono un rendimento? Vediamo nel dettaglio come stanno le cose.
Nonostante i tassi negativi dello -0,5% sui conti di deposito, alcune banche italiane offrono ancora un minimo di interessi sui conti di deposito dove poter parcheggiare la liquidità in eccesso.
Alcune banche italiane usano i conti di deposito con una offerta generosa per attrarre correntisi con cospicua liquidità in eccesso da accantonare, ma vediamo nel dettaglio quali sono questi tassi di interesse offerti, quali le criticità di cui tenere conto e i costi.
Se non si è alla ricerca di un investimento in azioni o in altre classi di attivo e dunque si preferisce accantonare la liquidità in eccesso su di un conto di deposito fruttifero, alcune banche offrono ancora un tasso di interesse con un minimo di appetibilità.
L’offerta più interessante viene proposta dalla Bpl-Banca privata leasing, che offre fino all’1,35% di interessi lordi su somme vincolate 24 mesi, o 1,25% per 12 mesi. Se non si preferisce il vincolo, la banca offre lo 0,90% a 12 mesi, l’1,1% a 24 mesi e l’1,4% a 36 mesi. Nel caso la somma resta accantonata per 48 mesi gli interessi possono salire fino al 3%.
Nessun’altra proposta è così allettante e infatti scendiamo repentinamente all’1% lordo di ViviBanca per somme vincolate 12 mesi, come riporta l’Economia del Corriere.
Quando si preventiva un accantonamento di liquidità in eccesso non bisogna mai tralasciare le tasse applicate sulla giacenza. Bisogna quindi stimare con precisione gli interessi netti a scadenza del vincolo e le tasse annuali da pagare sull’intera liquidità parcheggiata sul conto di deposito.
Spesso per somme nell’ordine di 10 mila e anche 20 mila euro questa forma di “investimento” non ha alcun senso e rischia anzi di essere contro producente.
Si ricordi che l’imposta di bollo sui conti fruttiferi è pari a 34,20 euro annui se la giacenza media supera i 5 mila euro e del 2 per mille sulle somme vincolate.
Alcune banche offrono “sconti” sull’imposta da 6 mesi ad un anno, ma se l’obiettivo è parcheggiare la liquidità in eccesso oltre i 12 mesi è importante farsi bene i conti.
E non dimentichiamo i costi di gestione applicati dalla banca. Solitamente sui conti di deposito non troviamo costi, ma non tutte le banche permettono l’apertura di un conto deposito svincolato dal conto corrente (Bpl sì) che invece ha dei costi mensili.
Anche l’inflazione va considerata come un “costo”, nel senso che l’inflazione annuale se superiore al tasso di interesse garantito rende quasi del tutto inutile il parcheggio della liquidità. E nei prossimi anni l’inflazione potrebbe salire più degli anni precedenti.
Costi a parte, è importante tenere presente che il Fondo interbancario garantisce i depositi fino a 100 mila euro. Significa che in caso di fallimento della banca i primi 100 mila euro ci verranno garantiti, le somme superiori sono perse.
Meglio restare sotto i 100 mila euro di liquidità in eccesso parcheggiata su di un conto.
Nel valutare un conto di deposito è importante controllare che la banca sia solida e presenti un CET1, un indice di solidità, che sia superiore al 10%. Questo indicatore è molto importante e deve essere valutato prima di aprire un conto di deposito presso una banca.
Se la liquidità in eccesso resta parcheggiata per più anni, infine, si consiglia di controllare il CET1 anno dopo anno per verificare che esso non sia nel frattempo degradato.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.