La strategia del Tesoro sui Btp indicizzati all'inflazione di lungo periodo venduti agli istituzionali, per sfruttare l'effetto Draghi sui mercati finanziari: benefici.
Il Tesoro italiano vuole approfittare a piene mani dei bassissimi tassi di interesse sui Buoni del tesoro poliennali (Btp), emettendo dei Btp straordinari da riservare esclusivamente a investitori istituzionali, cioè quelli che hanno grandi risorse economiche da investire.
Così il 15 febbraio a sorpresa ha emesso due Btp non calendarizzati, che sono un nuovo benchmark BTP a 10 anni con scadenza 1 agosto 2013 e un nuovo benchmark BTP a 30 anni indicizzato all’inflazione dell’area euro con esclusione dei prodotti a base di tabacco e con scadenza 15 maggio 2051.
Il Mef rende noto che “la transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato” e precisa anche che “l’annuncio dei titoli e dei quantitativi in offerta nelle aste previste per martedì 23 e giovedì 25 febbraio avverrà tenendo conto dell’operazione annunciata”.
Il mandato di collocazione dell’emissione dual tranche sul mercato mediante sindacato dei titoli di Stato straordinari è stata affidata a Citigroup Global Markets Europe AG, Deutsche Bank A.G, Goldman Sachs Bank Europe SE, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A e Nomura Financial Products Europe GmbH.
La nomina di Mario Draghi quale nuovo presidente del Consiglio ha dato all’Italia una insperata linea di credito che si amplifica giorno dopo giorno.
E così lo spread tra i Btp italiani e il corrispondente titolo tedesco (Bund) si assottiglia sempre più, riducendo per l’Italia gli interessi da riconoscere agli investitori nel futuro.
Ancora oggi il differenziale tra Btp Italia a 10 anni e il Bund è a 91,3 punti base, in calo del -17,86% da inizio anno.
Quindi il Tesoro pensa di allocare oggi dei Btp di medio e lungo periodo aggiuntivi, per beneficiare in prospettiva di un pagamento di interessi più bassi nei prossimi decenni.
Una strategia condivisibile e che si deve leggere anche nell’ottica dell’alto debito pubblico raggiunto dall’Italia, il quale supera il 160% nel rapporto con il PIL nazionale.
Secondo Il Sole 24 Ore, in particolare il Btp a 30 anni indicizzato all’inflazione vuol raggiungere un tipo di investitori diverso e che ha l’esigenza di garantirsi prestazioni a lungo termine, e che ha la necessità di legare gli investimenti all’andamento futuro dei prezzi.
Si tratta cioè di fondi pensione e di altri fondi che hanno l’esigenza di garantire a sé stessi rendimenti stabili su un ampio orizzonte temporale futuro.
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L’agenzia di rating Moody’s ieri ha emanato un Credit Outlook di aggiornamento dedicato anche all’Italia, nel quale ha praticamente affermato che la sola presenza di Mario Draghi a capo del governo, apre per l’Italia prospettive di breve termine più positive.
I mercati in effetti hanno subito apprezzato il nome di Draghi alla guida dell’Italia. Si ritiene, scrive Moody’s, che anche il Recovery plan sarà di qualità superiore.
Un programma ancora non scritto e non studiato dagli analisti, vale di più perché al governo c’è Mario Draghi. Forse per la prima volta nella storia recente all’Italia basta un nome per essere credibile in quello che fa.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.