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I titoli azionari su cui investire nel post-pandemia | Report

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 17, 2021, 08:33 GMT+00:00

Quali sono i titoli azionari su cui investire nel post-pandemia? Ecco alcuni spunti a partire dai settori che traineranno la ripartenza.

titoli azionari

Quel che è chiaro agli investitori è che la pandemia ha mutato lo scenario economico globale rafforzando la posizione di alcuni settori e mostrando la fragilità di altri. I prossimi anni saranno anni di ripresa, in cui alcune società primeggeranno e altre invece dimostreranno di non aver compreso il cambiamento.

La digitalizzazione, la transizione energetica, per quanto parole molto usate negli ultimi tempi, sono tuttavia le stelle di riferimento e nei prossimi anni si comprenderà pienamente perché è cosi.

Vediamo qui, alla luce dei mutamenti in corso, e partendo da un sondaggio che L’Economia del Corriere ha sottoposto a 35 esperti di gestione finanziaria, quali sono i titoli azionari sui quali orientare il proprio interesse nei prossimi anni, tenendo ovviamente d’occhio la situazione inflazione sul breve e medio periodo.

Aerospaziale

I big nella produzione di aerei sono Airbus e Boeing e tali resteranno almeno per i prossimi 10 anni. Al netto della battuta di arresto del settore trasporto aereo, nei prossimi anni il traffico passeggeri riprenderà il suo naturale andamento. Unica incognita, quanto le riunioni a distanza nel settore business resteranno nelle “abitudini” delle società.

Semiconduttori

La pandemia ha fatto esplodere la richiesta di computer nel mercato retail, causando una forte domanda che le imprese di produzione non hanno saputo soddisfare adeguatamente.

Superata la pandemia il problema dell’approvvigionamento dei semiconduttori resterà, perché i piani di digitalizzazione messi in campo dalle grandi economie mondiali (vedasi Misura 1 del Pnrr italiano, per fare un esempio), richiederanno grandi quantità di componentistica elettronica.

Asml, è l’unica società al mondo che produce macchine di litografia a ultravioletti estremi, ci dice L’Economia.

Settore bancario

Il settore bancario è sempre in trasformazione e quello che la pandemia ha fatto comprendere alle piccole, che non hanno mai innovato in questi decenni, è che per loro è giunta l’ultima chiamata.

Barclays ha saputo adeguarsi rapidamente ai mutamenti occorsi durante questo anno e mezzo pandemico, spostandosi molto sulla consulenza e sul trading.

Il presente e il futuro delle banche è il mobile banking, con la spinta verso i pagamenti elettronici le banche già decidono di chiudere i loro servizi dedicati al contante (vedasi Ing Italia).

Cibo a domicilio

Fenomeno ben presente già prima, durante la pandemia il cibo a domicilio (e non solo quello) si è trasformato in una necessità e in una urgenza. Abbiamo così “scoperto” lo sfruttamento dei rider.

La tedesca Delivery Hero si espande nei mercati emergenti e basando il business su di un modello diverso. Ad essere impegnati nelle consegne sono i negozi di alimentari di quartiere, allo scopo di garantire consegne rapide. Alla faccia di chi dice che il digitale “uccide” i negozi di prossimità.

Mobilità, di lusso

La mobilità nel futuro è elettrica, le tecnologie predominanti sono ancora tutte da definire ma è il motore elettrico l’erede della mobilità su ruota (e non solo).

Nel lusso Ferrari e Porsche sono le società trainanti, non c’è crisi che tenga.

L’idrogeno e il gas industriale

La produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’idrogeno è la sfida che da anni sviluppano le aziende impegnate nel settore del gas industriale.

In prima posizione Linde che punta molto sull’idrogeno, ma è l’intero insieme delle imprese del settore gas & oil che ha deciso di investire nell’idrogeno. Per l’Italia si pensi a Snam per fare un esempio o a Landi Renzo per quanto riguarda lo sviluppo di tecnologie.

I pagamenti digitali

Dicevamo che i pagamenti digitali prenderanno il posto del contante, ciò avverrà nonostante le resistenze e non perché “lo Stato vuol controllare”, ma perché è chiaro da un paio di decenni che si tratta della prossima evoluzione dei mezzi di pagamento.

Nexi è uno dei colossi europei su cui puntare, senza disdegnare Mastercard e Visa ovviamente, che puntano anche all’apertura verso stablecoin e criptovalute.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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