Fitch verso il downgrade di ben 40 nazioni il cui debito pubblico si è elevato enormemente a causa della pandemia. Mai una cosa simile.
L’agenzia di rating Fitch dall’inizio dell’anno ha declassato già 33 nazioni. Un downgrade, ha spiegato James McCormack capo di Fitch Global, non si era mai verificato prima. McCormack ha spiegato che non si sono mai ritrovati a fare una cosa simile nemmeno in un intero anno.
Una situazione eccezionale, ma che non è finita perché sono in totale 40 le nazioni o le entità sovranazionali che hanno un credit rating con outlook negativo.
Tra i Paesi che sono in questa condizione spiccano sugli altri il Regno Unito e Hong Kong entrambi alle prese con problemi storici molto diversi e che segneranno la loro storia sociale dei prossimi decenni a venire e oltre.
Tuttavia sono ben 119 le nazioni nel mondo che quest’anno deterioreranno la loro posizione a causa delle conseguenza economiche che la pandemia ha generato in tutto il mondo.
La spesa pubblica è lievitata ovunque in modo esorbitante e questo fattore indebolisce la posizione finanziaria di ciascuno Stato e di conseguenza le agenzie di rating declassano.
Deficit e debito allargato sono i problemi che in questo momento accomunano gran parte del mondo, più o meno avanzato e/o sviluppato.
Secondo il Fondo Monetario internazionale (FMI) la pandemia si è abbattuta devastante sull’economia mondiale, ben più di quanto ci si aspettasse e quest’anno il debito pubblico complessivo potrebbe superare il 100% del prodotto interno mondiale.
Il mondo intero potrebbe quindi avere nel suo insieme più debiti da pagare di quanto in realtà produce: è l’illusione di poter vivere sopra le nostre possibilità, certi che un giorno noi o qualcun altro pagherà i debiti contratti oggi o ieri e l’altro ieri pure.
Del resto Fitch lo aveva ricordato a gennaio del 2019 che il debito dei governi valeva l’80% del Pil globale e poi a maggio di quest’anno ancora ha avvertito gli Stati che il debito potrebbe superare ogni record a causa sia della pandemia che del crollo del prezzo del petrolio.
Fitch ora guarda al dopo pandemia, a quando le economie avranno intrapreso la strada verso la ripresa. In che modo lo avranno fatto? Mettendo in campo quali soluzioni?
L’Argentina, l’Ecuador e il Libano sono già in default avverte Fitch e si spera non si debba aggiungere nessun altro Stato.
Fitch guarda anche a come i Paesi ridurranno il loro debito dopo la pandemia.
Se guardiamo all’Italia, appena ieri l’ufficio studi di Confcommercio ha reso pubblico uno studio che valuta quanto è costata all’Italia la cattiva burocrazia e la corruzione nella PA.
Secondo tale studio l’Italia ha perso 70 miliardi di Pil tra il 2009 e il 2018. Se in tale periodo di riferimento avessimo avuto un livello qualitativo di burocrazia simile a quello della Germania, porta alla luce lo studio, avremmo cumulato una crescita del 6,2% di Pil e non del 2,3% come quella reale.
I conti pubblici migliorerebbero la loro condizione perché aumenterebbe il gettito fiscale e il Tesoro dovrebbe fare meno ricorso all’indebitamento sui mercati finanziari.
L’Italia diventerebbe più resistente agli inevitabili eventi della storia e più resiliente al termine di ciascuno di essi.
Forse impareremo la lezione?
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.